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  19/04/2024 - 19:39

 

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Coco Chanel
Stile alla ribalta
Quello che ancora ha da insegnarci Madomoiselle
Un film, una serie tv e una biografia per la stilista francese

 




                     di Naima Morelli


Sguardo da guerriera e un paio di forbici come alabarda; era francese, ma non era Giovanna d’Arco.

Certo, come la pulzella d’Orleans di battaglie, seppur di un altro tenore, anche lei ne ha dovute affrontare, trasformandosi da campagnola a icona, venendo celebrata oltre i limiti nazionali.
La differenza è che a spingerla non erano però voci di santi, bensì l’ambizione.
Lei si chiamava Gabrielle Bonheur, ma per il mondo si tratta di Mademoiselle Coco Chanel.

C’è da dire che una boccettina di Chanel n.5, si quello lì che Marilyn si metteva prima di andare a dormire, quello che ancora figura nelle classifiche come il più venduto al mondo, ebbene, probabilmente questo profumo persino la donna meno glamour lo possiede, seppur infossato in qualche cassetto. La novità è l’attenzione che adesso più che mai si catalizza sulla figura Madomoiselle Coco.

Numero uno: la miniserie appena trasmessa in Italia su RaiUno “Coco Chanel” prodotta da RaiFiction e Lux Vide, dove la stilista era interpretata nella versione anziana da Shirley McLain e in versione giovane da Barbora Bobulova, dove il perno della vicenda era lo scontro tra ambizione e amore (il tutto però omettendo alcuni passaggi scabrosi come l’antisemitismo della stilista parigina, forse dettata dalla passione verso un ufficiale tedesco).
Numero due: il film, presto sui grandi schermi, dove il volto severo di Madomoiselle sarà messo in scena dai lineamenti ben più dolci di una Audrey Tatou non più ingenua Amèlie. La regista Anne Fontane, che voleva proprio l’attrice francese per questo ruolo, racconta a Le Figaro: ”quando ho cominciato a immaginare cio’ che poteva essere un film su Coco ho pensato subito agli anni della sua formazione. Io ho voluto tentare di seguire dall’interno l’itinerario di questa giovane donna povera, senza educazione, ma dotata di una personalita’ fuori dal comune e destinata a segnare un’epoca.”
E infine, per chi volesse approfondire il discorso sulla pagina scritta, è stata appena pubblicata dalla Lindau una nuova biografia “Coco Chanel”scritta da Henry Gidel.

>Già riferimento per le ragazze, oltre che per le donne, per quanto riguarda uno stile intramontabile, ultimamente le sue citazioni valgono più di un libro di aforismi di Schopenauer. Le ragazzine le cercano su internet, le scrivono sui diari, le inseriscono nel loro profilo di msn, le sfoderano per fare bella figura con le amiche: “La bellezza serve alle donne per essere amate dagli uomini, la stupidità per amare gli uomini” “La moda passa, lo stile resta.” “Non mi pento di nulla nella mia vita, eccetto di quello che non ho fatto”.
Un risveglio dell’interesse giovanile potrebbe corrispondere a un tributo dovuto verso una femminista/sessista, troppo pratica per essere frivola, che pur ribadendo differenze di genere ha liberato le donne da vestiti fatti per ostacolarle, inventando tasche ad hoc, il look “pret à porter” , coadiuvando comodità ed eleganza.

Lo stile, i tailleur, il profumo, i gioielli. Di certo Coco ha scritto ben più di una pagina nei libri di Storia del Costume, ma a parte l’innegabile talento, com’è possibile che una con il suo caratteraccio, antipatica, collerica e severa riscuota così tanta simpatia? E’ sempre Audrey Tatou a dirlo a Le Figaro ”Tutte le donne che vogliono tracciarsi un percorso di vita possono riconoscersi in Coco Chanel, una ragazza povera che si è fatta strada inventando un nuovo tipo di femminilità”

Voto 8 

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