Gravity
Regia di Alfonso Cuarón
Cast: Sandra Bullock, George Clooney, Ed Harris, Orto Ignatiussen, Phaldut Sharma
USA, Gran Bretagna 2013. Durata 92 min.
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Il film Gravity è il 3D, perché qui ha un senso mettersi gli occhiali in sala. Non è un
semplice orpello visivo per vivacizzare le scene, ma è uno strumento efficace per farci apparire davanti gli occhi l’oblio, lo spazio nero e profondo che avvolge i protagonisti, danzatori fragile e minuscoli davanti ad un pianeta
grande e meraviglioso: La Terra.
La dottoressa Ryan Stone è un brillante ingegnere
biomedico alla sua prima missione spaziale insieme al veterano Matt Kowalsky.
Durante quella che doveva essere una passeggiata di routine, succede l’imprevisto. La navicella viene distrutta e Stone e Kowalsky sono abbandonati a loro stessi, legati l’uno all’altra mentre precipitano nel buio. Il silenzio
assordante ricorda loro che hanno perso ogni legame con la Terra, la paura diventa panico, ogni boccata d’aria riduce il poco ossigeno rimasto. Ma forse l’unico modo per tornare a casa sta proprio nell’andare verso la prossima
navicella per poter sperare di tornare sulla terra natia. Il viaggio della
Bullock alla prossima meta scansionata dal tempo che scorre, ha il senso
ansiogeno di un thriller, che tiene in apnea e rimaniamo incollati li con lei, tra le macerie di satelliti che ci esplodono in faccia, con una visuale ampia e spettrale, che il 3D ci dona nella sua esasperazione vitale e necessaria, come l’istinto umano ci ha
insegnato.
La Bullock è regina della scena, ma ha anche sulle spalle le caratteristiche di un
personaggio vero, palpabile nel suo ricordo lacerante che sbuca improvvisamente
dal passato, ma è per questo che la sua caparbietà ci spinge a seguirla e a
sentire con lei quella voglia combattiva di vivere e di poter toccare con mano
la terra e sentire con i propri piedi il suolo terrestre di una nuova consapevolezza e chissà anche di rinascita.
Voto
8 ½
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