Con le feste in rapido avvicinamento arriva anche l'immancabile classico Disney, che punta stavolta sui dinosauri, da sempre presenza a pronta presa sull'immaginario infantile. La storia alla base di Dinosauri è ambientata nel tardo cretaceo e l'attacco non è che la rilettura preistorica del mito di Tarzan (frequentato giusto l'anno scorso), shakerato con incredibili effetti di computer grafica che hanno richiesto qualcosa come 3.200.000 ore di elaborazione prima di finire su pellicola. A tutti gli effetti Dinosauri è un kolossal d'animazione, essendo costato 200 milioni di dollari: il risultato è impeccabile ed a tratti splendido sotto il profilo estetico, un po' meno per quanto riguarda l'additivo 'magico' insito nelle pellicole d'animazione d'altri tempi, magari meno perfette tecnicamente ma più capaci di far volare a briglia sciolta le ali della fantasia di adulti e bambini. La storia prende avvio con le peripezie capitate ad un uovo di iguanodonte, unico della nidiata ad esser rimasto intatto dopo il brutale attacco di un carnotauro, finito tra le fauci di uno pterodattilo, caduto in mare e quindi arrivato per vie traverse sull'albero di una famiglia di simpatici lemuri (le uova preistoriche erano molto resistenti...) e allevato amorevolmente da una specie diversa dalla propria. Il mite iguanodonte in questione, chiamato Aladar dalla famiglia adottiva, salva i suoi cari quando la loro edenica isola viene rasa al suolo da una pioggia di meteoriti: in seguito l'assortita famiglia incontra un branco misto di dinosauri erbivori, diretti dal dispotico capo Kron verso lussureggianti terre di cova, e si aggrega al gruppo per raggiungere la meta. L'itinerario è lungo e rischioso, condotto impietosamente a marce forzate, senza preoccupazione di sorta per chi non riesce a mantenere il ritmo e resta indietro nelle fauci dei predatori che seguono il branco: Aladar fa quel che può per far comprendere il problema a Kron, convinto assertore della sopravvivenza del più forte. Man mano che il viaggio s'inoltra in terre spoglie e desertiche, il conflitto tra il giovane iguanodonte ed il coriaceo capobranco s'inasprisce: contemporaneamente la filosofia 'umanitaria' di Aladar fa breccia nel cuore della bella (almeno secondo i canoni iguanodontici) Neera, la sorella di Kron. Alla fine sarà proprio il protagonista a salvare l'assortito branco convincendo i suoi compagni che l'unione fa la forza e che il forte deve cercare di aiutare il più debole: la valle incantata viene raggiunta come pure l'inevitabile happy ending. La consueta favola festiva della Disney, con dinosauri (e lemuri) antropomorfizzati come il genere richiede - una matura brontosaura tratteggiata su Audrey Hepbur, un ruvido iguanodonte su Clint Eastwood - e umanizzati pure nei sentimenti (la famiglia mista di Aladar che poi contagia tutto il branco). Dinosauri già rispetto a Fantasia 2000 segna un aumento esponenziale delle intrusioni della grafica computerizzata a tutto vantaggio dell'estetica da cartolina del film, che presenta squarci spesso altamente spettacolari e frutto di locations scelte ad hoc per i quattro angoli del pianeta - tra le Hawaii e le paludi delle Florida, tra le coste australiane e le pianure del Venezuela, tra l'isola di Maui e l'orto botanico di Los Angeles -. Nel film di Eric Leighton e Ralph Zondag latita un po' l'indefinibile alone di magia dei vecchi cartoons, come pure manca la classica colonna sonora d'accompagnamento dei momenti topici della storia, invece più rettilinea e concentrata sull'azione, ma il verde pubblico di riferimento non dovrebbe restare deluso.