n certo signor Mimmo Rotella racchiude Milano strappata nelle sue “pubblicità culturali” e ci da il benvenuto ad un nuovo centro commerciale per un fine settimana. Questa volta niente tre per due o sconti di fine-stagione, non ci sono scaffali e tanto meno vestiti da misurare; sono tanti i reparti ma senza casse e la fila all'ingresso è quasi un buon segno.
E' successo a gennaio a Bologna, ha interessato anche Torino, Genova e tante altre città. Ora tocca alla “capitale” dell'innovazione, del design, del fashion e della moda che osa, presentare il suo palco ed aprire il suo scenario. MiArt.
Con un pizzico di presunzione si definisce la mostra-mercato più completa del territorio Italiano ma anche se la memoria fosse breve, di certo, Arte Fiera 2005 a Bologna non si può dimenticare! Non pensando alle graduatorie, che servono a ben poco, l'evento Milanese vanta numeri di tutto rispetto: 224 gallerie provenienti da 13 nazioni e dislocate su 10000 metri quadrati, un settore tutto dedicato alla sottile sfumatura che separa, o unisce, arte e design e quattordici stand divisi in una selezioni di sette proposte italiane ed altrettante straniere rigorosamente under 35.
L'allestimento coreografico che ci accoglie e ci accompagna, forse per scelta forse per chissà che altro, è stato spogliato da ogni accessorio e le opere del grande maestro (e non solo) reclamano una migliore cornice, una migliore introduzione. Ci si può però rifugiare in “una scelta di controtendenza” che sfida la scenografia dagli estetismi folli che viene spesso proposta nei musei a grande fruizione e mira a suggerire l'opera come soggetto principale. Questo bazar di immagini ci presenta quasi tutto e per tutti i gusti.
Di sicuro non si può dire che sia un mercato per tutte le tasche, visto che comunque “l'arte” è diventata sempre più un investimento d'elite, ma comunque merita di esser visitata e non solo dagli addetti al settore.
L'arte contemporanea dovrebbe diventare un imperativo in un bagaglio culturale universitario ma anche mondano, invece di essere catalogata fra le incomprensibilità. Senza concorrenza, è il miglior specchio del genio umano e soprattutto della società contemporanea, moderna, ad anche futura: non ha restrizioni, mezzi termini, rimorsi e soprattutto non ha rimpianti.
È forse una fiera di questo genere che, vista nel sua totalità, potrebbe senza mezzi termini, definirsi un museo. Il più attuale e coerente museo del medioevo telematico dell'era della comunicazione. Le numerose e meritevoli iniziative satellite promosse dalla città cercano di avvicinare a questo universo, fornendo un piccolo aiuto per poterlo conoscere. Partecipare a queste eventi significa conoscere qualcosa di diverso, significa essere curiosi, significa dire “mi è piaciuta” oppure “non ne sono assolutamente soddisfatto”, significa appoggiare quella cultura che un essere necessita per essere umano.
MiArt… può essere un eccellente tappa ma anche un ottimo punto di partenza.