In attesa della
riapertura definitiva del Museo Civico d’Arte Antica di Torino con sede in Palazzo Madama, restituito, con
grande successo, alla città anche se solo nel piano nobile e solo per i venti
giorni del periodo natalizio, una parte dei pezzi più significativi delle sue
collezioni sono presenti nella mostra “Corti e città. Arte del Quattrocento
nelle Alpi Occidentali”, allestita, sino al 14 maggio 2006, nella Palazzina
della Promotrice di Belle Arti e al vicino Borgo
Medioevale.
Organizzata dalla Fondazione Torino Musei e dalla
Fondazione CRT in occasione dei Giochi
Olimpici Invernali Torino 2006 e delle Olimpiadi della Cultura,
l’esposizione illustra lo sviluppo artistico negli Stati Sabaudi tra il
Medioevo e il Rinascimento quando Torino, da antica sede vescovile, diventa il
centro principale del Ducato Sabaudo, verso la Pianura Padana, in
posizione antagonista rispetto alla capitale amministrativa,Chambery, al di là delle Alpi.
Artefice della fioritura politica e culturale del
territorio savoiardo piemontese fu Amedeo VIII, che,
nel 1418, recuperò gli appannaggi piemontesi del ramo Savoia – Acaja rafforzando, inoltre, la presenza sabauda nelle città
di Cuneo, Ivrea e Vercelli. Volendo raggiungere la magnificenza della corte di
Borgogna, Amedeo VIII divenne uno dei principali committenti degli artisti più
rinomati dell’epoca, trasformando il quasi anonimo Ducato Sabaudo in un vero e
proprio principato degno di rivaleggiare con la ricchezza della corte di Borgogna. Testimonianza tangibile di questa straordinaria
fioritura artistica sono le oltre trecento opere presenti in mostra e
comprendenti dipinti, miniature, monete, sigilli, sculture in
legno e pietra, tessuti ricamati, oggetti di oreficeria e arredi, selezionate
dalla curatrice, Enrica Pagella, direttore
del Museo Civico d’Arte Antica e membro del comitato
scientifico composto da Enrico Castelnuovo, Carla
Enrica Spantigati, Isabella Ricci Massabò,
Elena Rossetti Brezzi, Michela di Macco,
Simone Baiocco, Simonetta Castronovo, Paola Ruffino,
Giovanni Donato, Guido Gentile, Frédéric Elsig e Vittorio Natale.
I primi decenni del Quattrocento furono dominati da artisti
quali il veneziano Gregorio Bono, il piemontese Giacomo Jaquerio,
il friburghese Jean Bapteur
e l’aiutante Peronet Lamy.
Il secondo Quattrocento con l’arrivo di una nuova classe di committenti, i
banchieri chieresi attivi nelle Fiandre, fu dominato da artisti fiamminghi o
formatisi in tale ambito quali Roger Van der Weiden, Hans
e Kanrad Witz e Jan de Prindall, testimoni
dell’importanza dell’ Ars Nova fiamminga nella cultura
figurativa sabauda. La mostra ricostruisce, inoltre, grazie a recenti scoperte,
la carriera di Antoine de Lonhy, pittore, miniatore e maestro vetraio attivo a
Barcellona, Tolosa, Lione e Avignone, e dal 1466 in Piemonte.
La rassegna si conclude con la
settima ed ultima sezione allestita nel vicino Borgo Medioevale, progettato da
Alfredo d’Andrade e da un gruppo di artisti e di
archeologi in occasione dell’Esposizione Generale Italiana del 1884.
Ricostruzione fedele di tipologie architettoniche e di ambienti
arredati del Quattrocento piemontese, il Borgo consente al visitatore di contestualizzare le opere esposte alla Promotrice.
Le tappe del percorso espositivo sono, inoltre,
accompagnate da installazioni contemporanee realizzate da Studio Azzurro, L’invisibile gesto dell’arte, che narrano
attraverso immagini i materiali della creazione artistica e il gesto dell’uomo
che li plasma.
“Corti e città. Arti del
Quattrocento nelle Alpi Occidentali”, Palazzina delle Promotrici di
Belle Arti, viale Balsamo Crivelli n. 11 (Parco del Valentino) – Torino – Orario:
lunedì, martedì, mercoledì, venerdì 10 –19; giovedì 10 – 23; domenica 10 – 20. Ingressi:
interi 9 euro; ridotto 6,50 euro; ridotto scuole 4 euro; gratuito per i
possessori di abbonamento musei Torino Piemonte e
Torino Card. Per informazioni: tel. +39/ 011/ 4429921- 22; www.palazzomadamatorino.it Dal 7 febbraio
al 14 maggio 2006
Voto
8