Ha scalato anche l'ardua vetta dell'Academy Awards. Per Gwyneth Paltrow, la popolarità sembra non crescere mai abbastanza. Shakespeare in love l'ha definitivamente consacrata come superstar, la vera diva femminile del millennio declinante. Anche i giurati dell'Oscar saranno probabilmente d'accordo, nel consegnare a lei la statuetta per l'interpretazione di Viola, la nobile innamorata del teatro e del genio di William Shakespeare. Una predestinata, Gwyneth Paltrow: di famiglia coinvolta nel mondo dello spettacolo (padre produttore, madre nota attrice di teatro), di inizi nobili (è Wendy in Hook-Capitan Uncino di Steven Spielberg) e fidanzamenti eccellenti (il tenebroso Brad Pitt, col quale interpreta il discusso Seven, finendo con la testa in un scatola, letteralmente). Dopo un paio di film interlocutori, come Emma e Paradiso perduto, indovina la scommessa di Sliding Doors, piccolo film indipendente diretto qual quasi sconosciuto Peter Howitt, che sbanca i botteghini con la semplicità di una storia sentimentale ed accattivante. Gwyneth Paltrow detta legge anche per quanto riguarda la moda, con una serie di completini minimalisti e la famosa pettinatura che sostuisce nelle riviste quella di Natalie Imbruglia. Cambia anche il partner, e quasi a voler significare la scelta di un maggior impegno permuta il bel Pitt con Ben Affleck, uno dei ragazzi terribili di Hollywood, compagno di banco di Matt Damon che a sua volta flirta con Winona Ryder. Il più è fatto. Shakespeare in love è un successo planetario, e l'Oscar aspetta solo quella che per tutti, ormai, è la vera ed unica erede di Grace Kelly (nella cui figura la Paltrow si è già calata, interpretando il remake del Delitto perfetto di Hitchcock). Nella scorsa stagione l'abbiamo vista impegnata al fianco di Matt Damon e della sua avversaria agli Oscar Cate Blanchett in The Talented Mr.Ripley di Anthony Minghella, e poi in Duets, film diretto da suo padre Bruce.
Voto
7½
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