Dieci
tracce di invenzioni musicali in serie. Sembrerà impossibile nell’ambito di un
panorama musicale come quello italiano, abbastanza restìo a proposte originali
di qualsivoglia genere, ma perfettamente logico considerando che stiamo
parlando di Ognuno fa quello che gli pare?, l’ultimo album di Max Gazzè, classe
1967, uno che nel corso della sua carriera ha suonato soul e rhythm’n’blues,
e collaborato con Franco Battiato e Daniele Silvestri.
L’influenza principale nelle dieci tracce di Ognuno fa quello
che gli pare?, a volerne ritrovare una su tutte, è proprio quella
del primo Battiato,
quando il cantautore siciliano si dilettava a rinnovare il rock italiano
a forza di impulsi elettronici. L’apripista Non era previsto dà
perfettamente la misura di questo riferimento, supportato da una movimentata
tramatura ritmica che affonda le proprie radici nella New Wave. La traccia
successiva, Questo forte silenzio, rafforza ancor più tale impressione:
il brano, aperto da un intro distensiva, si sviluppa alzando il ritmo in
un vortice di spericolate acrobazie verbali di sapore cosmogonico. Di grande
atmosfera anche Niente di nuovo, una canzone in Max Gazzè cambia
decisamente registro, spostando la sua riflessione sul minimalismo sociale. Il
debole tra i due ci presenta Gazzè in felice duetto con Paola Turci, con i
due artisti impegnati a rappresentare una relazione in un’aria di ridente festa
paesana. A ruota le carte sono rimescolate per l’ennesima volta con gli
elaborati sprazzi elettronici di Megabytes (quasi scontati in ragione
del titolo), utilizzati per stringere inquietanti riflessioni esistenziali. E
dopo Gazzè, tanto per amor di varietas, propone Eclissi di periferia, un
avvolgente squarcio urbano molto efficace dal punto di vista bozzettistico,
perché con Battiato il talentuoso Gazzè condivide il gusto
della narrazione in versi cantati. Il dolce della vita è un’altra
ombrosa riflessione esistenziale ravvivata da un refrain contagioso. Dopo
la pausa di Non è più come prima arriva anche un pezzo ludibrico come Il
motore degli eventi, interpretato da Gazzè in duetto con una non
brillantissima Carmen
Consoli. Il gran finale è affidato a In questo anno di non amore,
ballata minimalistica ma di gran presa, uno dei migliori pezzi di tutto
l’album. I testi di Ognuno fa quello che gli pare?
risultano magnificamente integrati con le ardite e complesse architetture
sonore delle varie canzoni. Un album che, nel complesso, conferma l’immenso
talento di Gazzè, in attesa delle sicure sorprese che il cantautore romano
saprà sicuramente regalarci in un futuro prossimo.
Max Gazzè, Ognuno fa quello che gli pare? [Emi 2001]
Voto
7½
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