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NO AGLI IMPERIALISTI DELLA MUSICA !
L’independent Music Meeting di Firenze mi sembrava una bella rassegna dove fare qualcosa, in più mi sentivo come se ci "spettasse" di presentarci, dato che noi eravamo totalmemte indipendenti e ci eravamo già autoprodotto il nostro primo disco.
Avevo quindi preparato una performance nella quale avremmo suonato della musica a grande respiro corale, con dei fiati aggiunti, disseminati nei padiglioni dell’esposizione. Era un’idea molto seria, ma la direzione del Meeting non ci fece entrare, allora, ma solo allora, pensai di piantargli un bel casino e ci presentammo all’ingresso seminudi (era novembre e brutto tempo), con la copertina del disco a mo’ di mutanda e io lessi questo comunicato in piedi su una sedia, mentre gli altri musicisti dovevano vociare e prendermi a secchiate d’acqua…

Filippo Papucci, Carlo Gatteschi

 

C'è una pesante minaccia che grava sul mondo della musica ed una ancor più grave mistificazione. La musica, espressione artistica della comunicazione dei musicisti, sta diventando solamente scopo di lucro da parte dei funzionari dell'imperialismo ed oggetto di consumo da parte dei loro sudditi. Gli imperialisti, questa cricca di criminali, ormai ben radicata anche nella nostra provincia dell'Impero, avida di guadagni e di potere, si è impossessata di tutto il mercato della produzione e della diffusione della musica, costringendo gran parte dei musicisti creativi alla servitù o alla fame. La malvagità ed il potere degli imperialisti si è propagata ed ha colpito il mondo come le epidemie più gravi, fino ad intaccare il cervello dei più deboli, spinti dal miraggio della fama e del danaro, a svendere la propria persona pur di trovare posto alla grande tavola anche come cane. Non paghi di aver imposto l'ascolto di musiche immorali e perverse, di aver condizionato la vita ed il pensiero della gente ed anche dei musicisti, di aver costretto ai margini coloro che non hanno accettato di soggiacere ai loro soprusi gli imperialisti ed i loro lacchè esigono come la storia ricorda nei casi del più triste servaggio, anche la proprietà sull'appartenenza del lavoro del musicista stesso, la proprietà sui diritti di autore delle composizioni dell'artista, ultima cosa a lui rimasta. Arrestiamo i tentacoli di questa gigantesca piovra, difendiamo la dignità degli ascoltatori e dei musicisti, sosteniamo chi lotta per la musica libera e indipendente.

BASTA CON IL VERGOGNOSO SFRUTTAMENTO DEI MUSICISTI CREATIVI!NO AGLI IMPIERIALISTI DELLA MUSICA!

FONDAZIONE GEZZ ZERO 1989

 

Positivo ritorno sul palco per il Gezz Zero Grup

…Lo stile ormai è noto, le diverse caratteristiche degli ottimi componenti di questa formazione sono alla base dell’originalità musicale espressa. Li hanno definiti jazz e il termine è apparso restrittivo, li hanno definiti rock, ma questa volta si peccava in genericità; la verità sta non nei due generi sopracitati, ma al centro di vari stili musicali che costituiscono la base di partenza, le carte musicali che i GZG mischiano, stravolgono, rovesciano. Impossibile non rimanere magnetizzati da una loro esibizione, euforica, all’insegna di una fantasia compositiva veramente senza pregiudizi…

Marco Mannucci, LA GAZZETTA, 3-3-1990

 

Concerto ad Empoli Più maturi i giovani del Gezz Zero Grup

…una delle formazioni più interessanti dell'area fiorentina, il Gezz Zero Grup. …un complesso profondamente maturato, in possesso di una cifra ben definita e di un repertorio affinato. Il gruppo ha messo a fuoco e sviluppato alcune delle intuizioni di Omette Coleman (in particolare del Coleman dell'ultimo decennio). Vale a dire il sovvertimento della concezione armonica convenzionale; il superamento di rigide separazioni tra armonia e melodia. Su un impianto ritmico variegato, ma fortemente impregnato di umori e pulsioni derivati dalla musica popolare contemporanea; l'impiego di strumentazione elettrica, è responsabile di forti contrasti timbrici e strutturali. La contrapposizione tra tempi dispari e pari può adeguatamente simboleggiare libertà e fantasia o, più semplicemente, una dialettica tra culture: afroamericana ed orientale da una parte, europea e occidentale dall'altra. Non a caso, attraverso i connotati nasali del soprano e la pronuncia nitidamente scandita dell'alto, Gatteschi applica tecniche esecutive (respirazione circolare, improvvisazione modale) riscontrabili nell’area mediterranea e mediorientale, che conferiscono al suo fraseggio una dimensione ciclica e palpitante. Caratteristiche non dissimili sono espresse al tenore, la cui rotonda sonorità si articola anche in geometriche progressioni e tinte più intimistiche. Subentrato di recente a Riccardo Onori, il chitarrista Alberto Capelli sostituisce alle tensioni sonore del predecessore uno stile più discorsivo e compiuto, confortato da un controllo eccellente delle risorse timbriche e dalla padronanza di un linguaggio, più spiccatamente jazzistico. In tal senso, si dimostra interlocutore ottimale per Gatteschi, soprattutto per accentuare i voluti contrasti con la ritmica…

Enzo Boddi, LA GAZZETTA, 2-8-1991

 

Il brivido del rischio del Gezz Zero Grup

…I ragazzi del Gezz Zero Grup fanno parte di quella branca di giovani che hanno trovato e che continuano a cercare con enormi sacrifici non solo artistici, il proprio stile.Al di là dell’ottima preparazione tecnica di tutto il quartetto (una menzione speciale dal punto di vista improvvisativo va però a Carlo Gatteschi), è evidente una forza creativa che spinge i quattro ad operare su ogni registro: Composizione, arrangiamento e improvvisazione, fino a dare forma a un impasto sonoro personalissimo che non guarda per niente alla rispondenza del pubblico e che cerca esclusivamente di realizzare i propri disegni creativi al di là di tutto. E’ una presa di posizione importante, questa, che presuppone non indifferenti fatiche economiche e rischia grande incomprensione artistica, d’altra parte tutti i grandi artisti, all’inizio, non sono stati capiti.

Stefano Cavallini, IL TIRRENO, 10-8-1991

 

Il fascino caotico del Gezz Zero Grup
…Dal caos totale, mischiando sacro e profano, attraversando i Pink Floyd e Albert Ayler, dissacrando e sfidando tutto e tutti, Carlo Gatteschi il suo ensemble hanno dato vita a un viaggio attraverso una musica in gran parte inclassificabile, fatta di tutto il materiale musicalmente avvicinabile… Stefano Cavallini, IL TIRRENO, 16-4-1992

 

Concerto e nuovo disco per la band fiorentina Gatteschi-Gezz Zero tra sogni e mercato

A giudicare dal Cd, registrato e mixato alla fine dell'anno scorso, ma anche dal concerto di martedì al Poggetto, Gezz Zero è vivo, vegeto, multiforme, e sfugge alle regole facili dei generi e degli schemi pseudocritici. E' un apprezzamento e i risultati, davvero, sono interessanti e ricchi. Non una musica facile ma piena di linfe vitali, con un rapporto tra elettrici (chitarra e basso) ed acustici che è da migliori famiglie, aperta alle improvvisazioni-canto di ciascuno dei musicisti, ma approdata a una scrittura vera, ritmicamente densa e spesso incalzante. L'avventura merita più che rispetto: merita orecchi attenti.

Lorenzo Pallini, LA REPUBBLICA, 23-4-1992

Stefano Bartolini, Carlo Gatteschi,
Tiziana Simona, Alberto Capelli,
Nicola Vernuccio, Filippo Papucci,
Fabio Provazza, Paola Del Cucina

 

Dischi. Ottimo esordio per l’etichetta Gezz Zero, a cavallo tra i generi Baal-Phagor, il demone del jazz

Segnaliamo oggi una delle esperienze più significative nate dalla caparbia volontà di musicisti ben decisi a non svendersi. Si chiama "Gezz Zero". Gezz Zero suona un visionario, potente funky jazz, in cui convivono proficuamente le lezioni di Miles Davis, Ornette Coleman e gli influssi più disparati…

Guido Festinese, IL LAVORO, 14-4-1992

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