Torino vuol dire cinema, ma anche un festival che vuole puntare su film di registi all’inizio della loro carriera.
Se si vuole custodire l’impronta autoriale di una manifestazione ben radicata nel tempo, bisogna mettere al centro anche le opere del concorso e misurarsi con un bacino di promesse, che in futuro possano diventare delle stelle del firmamento della settima arte, ma se al direttore Base il suo vanto è stato quello di portare una parata di divi, per creare un certo salotto del cinema che ambisce a incensare star riconosciute, non si fa altro che snaturare un festival che all’inizio si chiamava cinema giovani e prometteva scoperta e voglia di far emergere voci nuove.
Ben dodici, quest'anno, saranno le personalità del mondo del cinema italiano e mondiale cui verrà assegnato il premio Stella della Mole, tra cui Spike Lee, Juliette Binoche, Vincent Lindon, Sergio Castellitto e Stefania Sandrelli; ma ci saranno anche tanti altri ospiti internazionali e nazionali al TFF43, da Jason Biggs a James Franco a Hanna Shygulla, passando per Matilde Gioli, Pilar Fogliati e Pippo Del Bono, solo per citare alcuni nomi. Sarà poi Laura Chiatti a condurre le serate di apertura e chiusura della 43ª edizione del Torino Film Festival.
Il direttore conferma i tre concorsi internazionali (lungometraggi di finzione, documentari, cortometraggi), fuori concorso con Resurrection, il Dracula di Jude, il remake del Bacio della donna ragno con Jennifer Lopez, e la sezione Zibaldone, dove vivono assieme grandi titoli del passato in versione restaurata come la Nostra Signora dei Turchi e La donna della domenica, e per finire anteprime di cinema italiano.
In questa edizione sono tantissimi film diretti da donne (addirittura 10 dei 16 film del concorso principale), con tre presidenti donne di giuria: Ippolita di Majo, Giovanna Gagliardo e Lina Sastri.
Film d'apertura sarà una commedia, Eternity di David Freyne con Miles Teller, Elizabeth Olsen e Callum Turner. La chiusura è invece affidata a Norimberga di James Vanderbilt, con Russell Crowe e Rami Malek.
Un festival svestito della sua aurea innovatrice, per diventare un semplice contenitore spettacolo, effimero nella sua proposta edulcorata di qualsiasi tentazione di spiazzare e incidere nell’immaginario dello spettatore amante di cinema.
Voto
5 ½
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