Penetrare nello spazio vuoto e silente, riuscendo, con la sola forza dell’arte,
ad inventare un mondo di sensazioni soniche coinvolgenti, questo è il
risultato che possiamo apprezzare nel nuovo lavoro di
Jan Jelinek, La Nouvelle Pauvreté (Scape/Audioglobe).
Con altri soprannomi, come Farben
o Gramm,
Jan Jelinek si è concesso l’esplorazione di mondi musicali alternativi,
come la soul music ed il sound da dancefloor, tuttavia, legato al suo nome ed
all’album precedente Loop-Finding-Jazz-Records, troviamo un nuovo
standard, una sorta di fusion innovativa tra il sound rumorista, il jazz ed
il minimalismo estremo, uno stile che sentiamo ulteriormente sviluppato nel
nuovo La Nouvelle Pauvreté.
L’insofferenza verso tutto quello che può sembrare scontato, porta Jan Jelinek ad evitare percorsi sperimentali facili, sempre che ve siano, ed obbliga anche chi ascolta ad un tortuoso viaggio nel vuoto minimale denso di significati delle sue composizioni, per raggiungere il cuore pulsante del suo mondo musicale.
Questo tragitto, molto evidente nell’album precedente, con i suoi brani dalle strutture ritmico melodiche alquanto criptiche pur nella loro futuribile bellezza, si stempera non poco in La Nouvelle Pauvreté.
Jan Jelinek trova un sottilissimo equilibrio tra un minimalismo estremo e strutture musicali comunque più facili e maggiormente fruibili, che in alcuni punti profumano di vintage ed easy listening nel brano Favourite Shop.
L’insieme sonico dei nove pezzi è un mare musicale coinvolgente di cui bisogna apprezzare le sfumature più lievi, che volano arditamente dal pop, al rock, al funky, al dub sino al jazz.
Jan Jelinek nella sua idea di una maggiore fruibilità incunea la base di una nuova coordinata sperimentale, una ricerca che tra i suoi strumenti annovera anche la comprensibilità del messaggio musicale, per quanto d’avanguardia esso sia.
La Nouvelle Pauvreté a dispetto del titolo si mostra molto più ricca e stimolante di tanto sound rumorista sperimentale in circolazione e specialmente rivela ad ogni bit quanto importante sia il cuore umano che la guida.
Voto
9.5
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