I Mùm (da non confondere con la quasi omonima band austriaca) sono quattro giovani ragazzi islandesi dal nome impronunciabile (Örvar Åóreyjarson Smárason, le gemelle Gyda e Kristín Anna Valtýsdóttir, Gunnar Örn Tynes) che si sono permessi nel breve giro di due albums originali ('Today Was Dramatic, Today Is Ok' ed il nuovo 'Finally We Are No One', Fat Cat, dist. Wide) di dettare le regole di una musica di avant-retroguardia, costantemente in bilico tra sperimentalismo e classicismo à la Penguin Café Orchestra e Third Ear Band, elettronica e suoni classici ovvero della tradizione (fisarmonica e violoncello, melodica e glockenspiel). Tutto questo grazie alla diversa estrazione dei ragazzi, elettronici per passione, rocckettari per necessità, e della ragazze (che potete ammirare ritratte nella copertina del 'Fold your hands...' di Belle & Sebastian) provenienti dal classicismo di archi e pianoforte.
I brani di 'Finally We Are No One' si susseguono uno dietro l'altro in un continuum emotivamente delicato, con le voci (ove utilizzate: il singolo 'Green grass of tunnel', 'We have a map of the piano', 'Now there's that fear again') ad arricchire di arcana recitazione il tessuto caramente naif. Un orecchio all'elettronica berlinese (non a caso sono buoni frequentatori del salotto di Morr Music) ed un altro al folk astratto di questi ultimi anni, i Mùm ricamano nei titoli delle proprie canzoni impressioni facilmente riconoscibili e condivise da noi tutti, portandoci per mano nel mondo dei ricordi più intimi.
Con lo sguardo perennemente concentrato sull'aspetto narrativo ('Don't be afraid, you just got your eyes closed', la lunga conclusiva 'The land between solar systems'), immaginifico e fantastico ('K/half noise', 'I can't feel my hand any more...'), che solo la musica consente di interpretare, i Mùm rappresentano nel mondo della musica elettronica uno squarcio di semplicità emotiva che affonda le proprie radici giù nel più profondo dell'Io. Esagerazione? Forse si. Ma ricredervi una volta terminato l'ascolto sarà un piacere.
Voto
8.5
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