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...Signori
e signore, cattiva sera! Ieri è morto il cantautore italiano Umberto
Bindi!
Beh... e come la dovresti
chiamare una sera in cui si è costretti a dare certe tristi notizie?
...Come ti suonerebbe "Buon
compleanno"?
©
Another Dangerous RU-Y2K Project
The Final Cut
Addio a Umberto Bindi.
So d'averlo dimenticato e questa forse è una colpa più
grande della vostra, che non l'avete mai nemmeno sentito nominare.
Ma la canzone italiana, deve moltissimo anche a quest'uomo ed alla sua storia
personale: il suo sviluppo e le carriere e le splendide fortune che ha regalato
ai molti che lo hanno seguito trovando la strada già tracciata. Me lo
ero dimenticato, come un ricordo d'infanzia o come un dolore consolato.
Alle volte è comodo dimenticare, alle volte ci consente di esercitare lo snobismo crudele che ci contraddistingue, senza per questo provare fastidiosi sensi di colpa.
Bindi era superato, non si era adeguato, non aveva saputo riciclarsi od era stato semplicemente usato come pretesto per dimenticare altre cose.
Ora è solo una parola scritta e pronunciata: la sua immagine, impietosa, di vecchio musicista trascurato dagli ingrati, baluginerà nel vuoto mediatico autoreferenziale, come la scoreggia di un calciatore o come una cometa resa invisibile dall'eccessiva luce delle città. Cose irrilevanti, se viste dal basso. Ora, naturalmente ne parliamo. Fa niente se domani torneremo a dimenticarlo?
Le sue note resteranno per lo stretto tempo necessario a passare ad un'altra notizia.
Siamo al Fast Food della morte.
Addio e grazie di tutto, Umberto.
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