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  18/04/2024 - 05:05

 

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The Velvet Underground & Nico
La banana ha trentacinque anni
marzo 1967, in copertina, la celebre banana disegnata da Andy Warhol
La prima vera riconoscibile icona del nuovo rock

 




                     di Riccardo Ventrella


La banana ha trentacinque anni. Non è questione di frutta avariata, ma di uno dei dischi più importanti del rock'n'roll. Importante quanto Sgt.Pepper, Pet Sounds, Highway 61 Revisited e Beggars Banquet. Forse il più importante, in rapporto al successo commerciale del momento. Non c'è band negli ultimi vent'anni che non si sia ispirata almeno un pochino ai Velvet Underground, da Sonic Youth ai REM, dai Pixies ai Nirvana. Persino i Duran Duran hanno inciso una versione di Femem Fatale. La decostruzione rumorosa del rock, le sinestesie artistico-musicali, le vicende violentemente urbane e letterarie dei loro testi fanno dei Velvet un gruppo unico, un evento speciale.

Trentacinque anni fa, nel marzo 1967, usciva The Velvet Underground & Nico: in copertina, la celebre banana disegnata da Andy Warhol, la prima vera riconoscibile icona del nuovo rock. Il disco rispecchiava almeno due anni e mezzo di tumultuoso lavoro, di happening, feste, improbabili e scordatissimi gig, passaggi nel mito. Lou Reed, studente e compositore di motivi pop, e John Cale, studente di musica d'avanguardia originario del Galles, unirono i loro destini nella New York dei fermenti di metà anni Sessanta. Iniziarono sonorizzando dal vivo brani di film del regista off Piero Heliczer, in compagnia di un chitarrista allampanato, Sterling Morrison. L'11 dicembre 1965 si presentarono per la prima volta come Velvet Underground: dietro la batteria, una ragazzetta un po' sgraziata che rispondeva al nome di Maureen Tucker. La loro performance fece tanto rumore che Warhol volle vederli qualche giorno dopo al Café Bizarre, nel cuore del Village. Nacque così l'epoca leggendaria della Factory, dell'Exploding Plastic Inevitable, lo show multimediale che polarizzò l'attenzione della New York che contava. Warhol aggiunse al gruppo un'attrice e modella ungherese che aveva avuto una piccola parte nella Dolce Vita, Christa Päffgen in arte Nico. I brani andavano facendosi, il quadro era completo.

The Velvet Underground & Nico raccolse la documentazione sonora di quello straordinario periodo. Rimase ben oltre la centesima posizione della classifica di Billboard, per sparire poi con grande rapidità. Le radio non potevano trasmettere le canzoni: troppo lunghe, o infracite di droga e sesso. Pure, null'altro nel rock è così autenticamente seminale come le tracce di questo disco. Diviso rigorosamente in due anime. Una svillaneggia il pop, infilando tematiche ben poco suadenti in dolci melodie. Sunday Morning, la teoria dell'hangover mattutino (pensandoci su Cobain avrebbe poi scritto Dumb), l'inarrivabile Femme Fatale prototipo della bitch-oriented song e I'll Be Your Mirror, una vera e propria canzone di amor torbido. L'altra prende a schiaffi il rock, in nome del rumore e delle teorie del loop. La scala parte da There She Goes Again, che cita persino Marvin Gaye nell'introduzione, scende attraverso la tambureggiante corsa nightclubbin' di Run Run Run, spiove nel blues drogato di I'm Waiting For The Man e sprofonda nei sette minuti e cinque secondi di Heroin. Parole belle e durissime per la droga più maledetta: eroina, dammi la morte.. sei mia moglie, e la mia vita. Un discorso a parte merita All Tommorow's Parties, forse la più bella in assoluto tra le canzoni dei Velvet e quintessenza dell'universo warholiano del tutto imprescindibile dal sound della band. Senza dimenticare il rumorismo assoluto di European Son, preceduta dalla poesia intensa di The Black Angel's Death Song dedicata all'amico Delmore Schwartz.

Questa è la leggenda. La storia dice poi che dopo l'estremo White Light/White Heat Reed e Cale non seppero più contenere le reciproche rivalità. Cale lasciò il gruppo, che fu spinto da Reed a scrivere pagine maggiormente rock fino allo scioglimento definitivo nel 1972. La reunion del 1993, tutt'altro che simbolica, ha consentito ai tanti ammiratori cresciuti nel frattempo nell'adorazione della banana di vedere il gruppo all'opera. Per l'ultima volta.

Cosa fanno ora. Lou Reed e John Cale continuano per strade separate a fare la loro musica, con diverse concezioni del successo. Maureen Tucker è una mamma con motli figli, e bellissimi dischi incisi di tanto in tanto con l'aiuto benevolo degli amici. Sterling Morrison e Nico non ci sono più, uccisi da un tumore l'uno, da una banale caduta dalla bicicletta l'altra. La banana resta: anzi, pare colta giusto ieri dall'albero per quanto è fresca e rigogliosa. Esce ora in una versione superlusso, corredata di tracce mono provenienti da demotapes, versioni edite su singoli e materiale di Chelsea Girls. In Francia, Inrockuptibles dedicherà ai Velvet Underground un numero speciale. Un due tre, rock'n'roll.

Voto 9 

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