Il razzismo non è più di moda, e quindi bandito, e non è più diffuso, siamo diventati politicamente corretti e bipartisan, ma rimane strisciante. Visibile, ed ilare proprio perché contrario al messaggio pacifista, e forse rassegnato, sia del testo che della scelta registica di Tiezzi, la reazione della platea al balletto-danza dello sciamano-santone. Se ne ride. Si ride ancora, e la regia qui forza la mano nei movimenti di Massimo Verdastro, sempre bravissimo, sulla tradizione popolare lontana dai clichè occidentali.

Neanche i musicisti sono indiani. Sandro Lombardi è sempre se stesso: impeccabile ma razionale. Molte risorse in campo, splendido il sipario a metà atto, i video dell’India odierna che si fondono con il testo quasi secolare, così come la cornice che impacchetta le bandiere e le grotte. Un buon prodotto da cassetta. Allargando la visuale ha ancora senso riportare sul palco l’attrito tra diverse culture. Basti pensare all’esportazione della democrazia americana. Ma il confronto impallidisce solamente pensando a “Lotta tra negro e cani” di Koltes. Altra pasta, altra tensione sociale, altro magma. Info: www.metastasio.it. Kolossal ben fatto, di poca sostanza.