Teatro Metastasio, stagione 2007 / 2008
Teatro Metastasio, fuori abbonamento 2007 / 2008
Teatro Metastasio ragazzi, Stagione 2007 / 2008
Molly Sweeney, di Brian Friel, regia Andrea De Rosa, 2007
i Giganti della montagna, Compagnia Lombardi-Tiezzi, 2007
Farfalle, Compagnia TPO, 2007
Gomorra, Mercadante Teatro Stabile di Napoli, 2007
Pasticceri
Io e mio fratello Roberto
, 2006
Roberto Andò e Moni Ovaia, Le storie del sig.Keuner, di Bertolt Brecht
Luca Zingaretti, Legge La Sirena, di Giuseppe Tomasi di Lampedusa
Tre sorelle di Anton Cechov, Regia Massimo Castri
Giorgio Strehler, La storia della bambola abbandonata
Teatro del Carretto, Pinocchio, da Carlo Collodi
Campagnia Pippo Delbono, Questo buio feroce
Buio
in sala, va in scena Molly Sweeney. La
stagione 2007 - 2008 del Teatro Metastasio di Prato si apre dal 30
ottobre a domenica 11 novembre 2007 con questa attesa prima nazionale che il 15 e il 16 novembre 2007 è in scena al Teatro Regina di Cattolica. Stiamo parlando di Molly Sweeney, di Brian Friel,
traduzione Monica Capuani e Marta Gilmore. Andrea
De Rosa per mettere in scena Molly Sweeney, testo ispirato a un fatto
realmente accaduto e raccontato dal neurologo Oliver Sacks,
convoca un ascolto tattile chiedendo al pubblico di immergersi in un buio molto
vicino alla cecità della protagonista. Così per 45 minuti la scena resta
al buio e la platea si immerge in una tenebra ideale
che la sintonizza con la cecità della protagonista. Rumori
diffusi in una speciale spazializzazione sonora, le voci dei protagonisti, che
irrompono anche in platea, ma anche un po’ troppa concitazione fra gli attori.
A parte un Umberto Orsini sempre
impeccabile (reduce da un’ottima prova anche nell’Urlo di Pippo
Delbono), sembra un po’ fuori dinamica la recitazione di Valentina Sperlì, che appare concitata anche quando era cieca e, a
quanto sembra dalla storia, serena e un po’ rigida quella di Leonardo Capuano.
A differenza di esperimenti
similari (come Battaglia
nel Nero di Roland Topor, proposto con successo
nel 2004 con la regia di Riccardo Massai al Teatro dell’Antella e poi in tour in tutta Italia) la luce prima o poi arriva, svelando
una scena elegante ed efficace ben disegnata da Laura Benzi.,
che ben avvolge la storia di toni sfocati e biancori intensi. La storia si
sviluppa riproponendo l’antico interrogativo che
William Molyneux sottopose all’amico John Locke: “Immaginiamo un uomo nato cieco e ormai adulto, a
cui sia stato insegnato a distinguere un cubo da una sfera mediante il tatto e
al quale venga ora data la vista; sarebbe egli in grado, prima di toccarli di
distinguerli e dire quale sia la sfera e quale il cubo, servendosi solo della
vista?”. Ma la regia Andrea De Rosa,
a parte un’indubbia eleganza formale, non sembra aggiungere molto all’assunto.
Voto
6