La danza dei sentimenti universali e contrastanti Alla 55° Estate Fiesolana. La Compagnia Argentina di Anibal Pannunzio propone sul palcoscenico del Teatro Romano di Fiesole la storia del tango. Un ritmo e un ballo che nasce alla fine del 1800 , nei sobborghi di Buenos Aires, che, come pochi, interpreta a meraviglia sentimenti e stati d'animo estremi, con seduzione e nostalgia, con passione e malinconia. Per questa coreografia di Anibal Pannunzio e Magui Danni, le musiche sono di Carlos Gardel, Astor Piazzolla, Atahualpa Yupanqui, gli arrangiamenti musicali di Luis Rizzo, la scenografia di Diego Menendez, Liliana Rago, i costumi di Hugo Salguero, Carlos Tieppo, Magui Danni e le luci di Daniel Bosco.
Dieci ballerini per le coreografie e la regia dello stesso Pannunzio e di Magui Danni proporranno uno spettacolo in cui si armonizzeranno rigore tecnico e rispetto della tradizione popolare. Tensione ed eleganza, per uno spettacolo, un cammino per raggiungere l'anima attraverso le emozioni trasmesse da questa danza, ma anche un itinerario attraverso la storia di un ritmo che riflette tutte le componenti di una città che ricerca sé stessa nel passato, si dibatte nel presente e immagina il suo avvenire.
Per questo, in Buenos Aires Tango si succedono molti quadri diversi. I danzatori saranno accompagnati dalla musica eseguita dal vivo degli strumenti tradizionali. Una strumentazione ideale per dare voce all'andamento languido e struggente del tango (che fonde sul piano ritmico e musicale influenze differenti, dall'habanera cubana alle desolate cadenze del candombe, la musica percussiva degli schiavi, la milonga). Fra tali strumenti spicca il bandoneon - simile ad una fisarmonica a bottoni, giunto in Argentina con gli emigrati dalla Germania, alla fine dell'Ottocento - che assieme alla guitarra, al bajo e al piano (i musicisti sono rispettivamente Rodolfo Montironi, Luis Rizzo, Fernando Paz, Javier Martinez Lo Re) eseguiranno musiche di Gardel, Piazzolla, Yupanqui e altri.
Il racconto danzato parte dal mondo dei sobborghi di Buenos Aires, all'inizio del secolo. Un allestimento scenico ed una composizione coreografica che tracciando i limiti di uno spazio clandestino, evocano sia i "lupanares" che i bar dei quartieri popolari. Il secondo quadro è dedicato alla città: una variazione nel decoro, un salto coreografico e la scena come per incanto attraversa lo spazio e il tempo per collocarsi nell'atmosfera cupa di Buenos Aires. Seguendo "l'agitato" Si riparte dal patio gaucho, dalla campagna argentina, cioè da una ambientazione folclorica in cui le danze tradizionali del paese ritrovano i loro nobili tratti. Un manifesto entusiasmo accompagna la complice cadenza che unisce le coppie al suono di una "chacarera" o di una "zamba" e il "malambo" sottolinea la precisione del ritmo, potenziato dagli energici passi dei "gauchos" in un andirivieni di "boleadoras".
L'ultimo intervento è dedicato agli anni '40, al ritorno alla città, con una composizione coreografica che evoca l'epoca in cui il Tango comincia ad essere riconosciuto a livello internazionale. Era "l'ospite" d'onore dei saloni altolocati e brillava sotto la luce riflessa degli abiti da sera.
Voto
7