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Gli appuntamenti di Suoni in Movimento - alla Rete Museale Biellese

27/05/2022

il programma si articola attraverso le epoche e i generi più eterogenei, includendo anche due brani scritti appositamente per questo ensemble*. Brandle e Volte, Brandle di Michael Praetorius, Planctus (1993) canto aquileiese per flauto in sol di Pavle Merku' (1927-2014), Arcadie 'Dryades' per 4 flauti di Marc Berthomieu (1906-1991), Los Pajaros perdidos – Milonga, Oblivion e Libertango di Astor Piazzolla (1921-1992) nell’elaborazione per il 5tto di flauti di Marino Baratello. E ancora Spirit of the Earth per flauto solo di Philip Selby (1948-2010), Intradae Quinque & sex vocibus di Alessandro Orologio (1555-1633) e ZoomTube per flauto e azione scenica* di Jan Clark (1964). E’ stato scritto proprio per Luisa Sello Quadrifoglio (2015)* per ensemble di Rainer Bischof (1947) che proporrà anche un proprio brano Echi dalla Mongolia (2014) per ensemble. In programma anche Schiarazule Marazule per ensemble di Giorgio Mainerio (1535-1582) e il Concerto in la minore op.15/2 per ensemble (Adagio - Allegro - Allegro) di J. B. de Boismortier (1689-1755). Il gruppo nasce spontaneamente, sotto la guida della flautista Luisa Sello, ed in brevissimo tempo cattura l'attenzione della critica specializzata e del panorama flautistico, coinvolgendo anche il pubblico per bravura e simpatia. Il programma spazia dal rinascimento ai contemporanei passando da brani scritti appositamente per l'ensemble a composizioni del repertorio più conosciuto ed elaborato per l'insolita formazione. Sono presenti anche brani di compositori del Friuli-Venezia Giulia, del passato e del panorama attuale, spesso inframezzati da letture poetiche e racconti. Viene usata l'intera famiglia dei flauti traversi, dall'ottavino, al flauto in do, al flauto in sol al flauto basso, che permette di creare un vero e proprio “gruppo orchestrale” capace di riproporre anche i brani più complessi. Intonazione, fraseggio, articolazione appartengono alla stessa scuola, quella della solista internazionale Luisa Sello formatasi alla prestigiosa scuola di Parigi, docente al Conservatorio di Trieste, all' Accademia Orpheus di Vienna e alla New Bulgarian University. La sua scuola permette quindi di presentare un ensemble compatto e di livello, attingendo all'esperienza di molti anni di docenza e di concertismo. Tra gli eventi internazionali, Le Agane si sono esibite a Pechino e Qingdao, al festival Internazionale Flautistico rappresentando l’Italia, e al Museum Quartier di Vienna. Il biglietto d’ingresso (prenotazione consigliata tramite SMS o WhatsApp al 370/3031220 oppure all’indirizzo mail segreteria@nuovoisi.it entro le ore 12.00 del giorno del concerto) è di €. 8,00 euro (ridotto, €. 5,00 euro, per i soci N.I.S.I. e per le convenzioni con Città Studi e UPBEduca; gratuito per i minori di 12 anni). Chi sono le Agane? Lis Aganis, figure femminili mitiche che abitano attorno ai corsi d’acqua e nelle grotte, hanno sempre mantenuto un rapporto ambiguo e ambivalente con gli esseri umani. Con nomi e caratteristiche diverse, popolano il mondo leggendario di molti paesi dell’arco alpino. Le Agane sono forse creature più inquietanti del nostro scenario mitologico, con le loro numerose dimore nelle grotte e nelle caverne, metafora del grembo materno della terra. Non sono dissimili dagli altri Esseri quali le fate, gli elfi, i nani e i folletti della tradizione popolare nordica. Nel sesto trattato del Liber de Nymphis, Paracelso scrive che Dio ha creato gnomi, silfidi, ninfe e ondine per dare dei custodi alla natura, a tutte le cose che esistono nella natura. Gli gnomi custodiscono materie prime come l’oro, l’argento, il ferro, affinché i giacimenti non vengano sfruttati troppo in fretta. Gli spiriti del fuoco svolgono funzione di custodi perché tengono sotto controllo gli incendi. Le silfidi sono le guardiane delle rocce e proteggono la superficie della terra dalle devastazioni, le ondine custodiscono i grandi veri tesori della natura, che non sono né l’oro, né i diamanti, né… il petrolio, ma le acque. Alle Agane viene attribuita quell’attività di “lavandaie notturne”, comune a figure mitiche femminili presenti, oltre che nelle nostre tradizioni, nel folklore di altre regioni d’Europa, in particolare, la Bretagna, il Galles, la Scozia, l’Irlanda, ossia i paesi dove l’etnia, la lingua, la cultura, la religione dei Celti si sono meglio conservate. Nell’aspetto delle Agane sopravvivono modelli mitologici classici o addirittura preistorici e preclassici, come espressioni di una divinità femminile minuta, domestica, agreste, immaginata come compagna quotidiana della vita dell’uomo, della gioia, del dolore, del lavoro.

Giovanni Ballerini - Redazione Scanner.it


 

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