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Il videoclip Il Percorso calabrozen - Del Parto delle Nuvole Pesanti tratto dall’ultimo album Sottomondi

28/02/2020

Il percorso calabrozen è un fantasmagorico trasformatore made in Calabria, un magico marchingegno capace di cambiare tutto quello che trova sulla sua strada: l’ignoranza in conoscenza, l’indifferenza in sensibilità, il brutto in bello, la rassegnazione in speranza, l’odio in amore e la sfortuna in buona sorte. Al timone di questa trasformazione una donna, simbolo anche di riscatto e portatrice di vita, pace e coraggio. Ma è una donna strana, un po’ saggia e un po’ pazza, dotata di particolari poteri magici, un incrocio tra una maga, una fata e una strega. Una “magara” come la chiamano in Calabria. Sullo sfondo di una scenografia allegorica, costellata di abiti clowneschi, cappelli stralunati e stracci colorati, a creare un’atmosfera circense e carnevalesca che sembra uscita da un film di Fellini, la magara estrae conoscenza e saggezza da un vecchio pentolone annerito e fumante. E’ la “quadara” - come ancora la chiamano i calabresi - in cui si cuociono e si conservano le cose buone della tradizione. La magara ne fa dono ai musicisti affinché se ne prendano cura. Il percorso calabrozen è un viaggio opposto a quello che fa Gregor Samsa nella Metamorfosi di Kafka il cui destino sembra consegnato a forze oscure e inconoscibili, che operano in maniera assurda e imperscrutabile sulla vita degli uomini. Ma è un viaggio diverso anche da quello di Siddharta che va alla ricerca di sé, animato da un’inquietudine spirituale e rifiutando i beni materiali. Il percorso calabrozen predilige le vie terrene, sociali e ambientali dei luoghi, dei colori, della terra, della gente, della storia, della natura, della bellezza, dell’allegria e dell’innamoramento sorprendente e magico, quasi romantico anche perché - a differenza di quanto avviene nella tradizione letteraria, persino epica - ad indicare la direzione è una donna. Ma in filigrana affiora una visione più amara e pessimistica, in cui proprio l’idea di cambiamento attraverso la magia ne segna i reali limiti. Emerge la difficoltà di cambiare le cose in una terra disperata che sta sprofondando nel baratro e si affida a maghi, santoni e ciarlatani per curare l’anima malata. La magia degrada a palliativo di una coscienza che a parole vuole cambiare ma che di fatto fa poco o niente per realizzare tale mutamento. Sotto questa luce il videoclip sembra fare un’allusione alla gattopardesca politica calabrese pronta a cambiare bandiera ad ogni tornata elettorale per non cambiare niente, mantenendo così poteri e privilegi, incurante della sofferenza della gente.

Giovanni Ballerini - Redazione Scanner.it


 

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