05/10/2019
Un canzoniere ironico-erotico, che gioca con l’immaginario delle filastrocche: Prévert incontra Rodari che incontra Tim Burton.
“C’era una bambina / che aveva scoperto / di avere una cosa / tra le gambe, / sotto le mutande”: si apre così il primo di questi cinquantacinque giocosi e stralunati componimenti in versi, ciascuno intitolato a una
“bambinaccia” che fa o è qualcosa di ogni volta diverso, ma che soprattutto immagina il sesso (ad esempio, per l’appunto, La bambina che aveva scoperto una cosa, oppure La bambina che odiava i tabù, La bambina che era sempre bagnata e così via).
In questo canzoniere ironico-erotico, che gioca con l’immaginario delle filastrocche, incontriamo una moltitudine sfaccettata di ritratti di una femminilità forte, vitale e complessa, sicura di sé, irriverente alle norme sociali e disinibita. Una rappresentazione in parte inedita, almeno in Italia, dove i discorsi
sull’empowerment delle donne si scontrano con una fortissima resistenza sociale. Attraverso la leggerezza del dettato e la sua qualità letteraria – qualità che rende la lettura facilmente accessibile e estremamente piacevole - Raimo e Rossari mettono a segno un’intelligente, felice, provocazione culturale. E scrivono a
quattro mani un’opera che mescola il piacere, il desiderio, la malinconia, la curiosità, raccontando così
l’amore, ma anche l’incertezza, l’autolesionismo, l’omosessualità, il travestitismo, la promiscuità, i filmini
messi in rete a rovinare le ragazze e perfino il metafisico. Tutto fatato e stravolto, ma pure godibile e
comico. A fare da contrappunto, alcune immagini di Mariachiara Di Giorgio che continuano il raffinato,
impertinente, gioco letterario.
Giovanni Ballerini - Redazione Scanner.it
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