17/06/2016
a giovedì 16 giugno (ore 18.30, 20.30, 22.00) fino al 22 in prima visione allo Spazio Alfieri di Firenze, una storia vera In nome di mia figlia con uno straordinario Daniel Auteuil che da solo vale tutto il film. Strapremiato nella sua carriera, Daniel Auteuil ha ricevuto diversi riconoscimenti: 2 Cesar, uno nel 1987 per Jean de Florette e uno nel 2000 per La ragazza sul ponte, un BAFTA nel 1987 per Jean De Florette, un David di Donatello nel 1993 come miglior attore straniero per "Un cuore in inverno e miglior attore al Festival di Cannes del 1996 per L'ottavo giorno.
In nome di mia figlia è la commovente storia vera di un padre francese, André Bamberski, che ingaggia una lotta trentennale, dal 1992 al 2012, per veder condannato l'assassino di sua figlia Kalinka, violentata e uccisa a quattordici anni. Bamberski (Auteuil) si separa dalla moglie, che va a vivere in Germania col nuovo marito. Proprio durante una delle vacanze a casa della madre, la ragazzina viene trovata morta. Bamberski capisce subito che il colpevole è il patrigno (Koch), anche se le autorità tedesche hanno chiuso frettolosamente il caso. L'uomo prende un avvocato, comincia a studiare il codice penale, poi il diritto internazionale, distribuisce volantini chiedendo la verità, denuncia il lassismo del sistema giudiziario francese sui giornali. Non si dà pace, tanto che anche il rapporto con la sua nuova compagna passa in secondo piano. Tutti lo considerano un pazzo. Eppure, lui ha promesso sulla tomba della figlia che non si sarebbe fermato finché giustizia non fosse fatta. Il regista francese di Vincent Garenq è un esperto di film giudiziari, ma "In nome di mia figlia" è ben più di un classico legal thriller: è il ritratto di un uomo che ha deciso di votare la sua vita non alla vendetta ma alla giustizia, con un epilogo davvero sorprendente.
Giovanni Ballerini - Redazione Scanner.it
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