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  24/04/2024 - 07:29

 

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Venezia 64
3° reportage di Scanner dal festival 2007
Presa al potere del cinema d’autore
La 64. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica si svolge al Lido di Venezia dal 29 agosto all'8 settembre 2007

 




                     di Matteop Merli


Venezia 64, Anteprima di Scanner
Venezia 64, 1° reportage di Scanner dal festival 2007
Venezia 64, 2° reportage di Scanner dal festival 2007
Venezia 64, 3° reportage di Scanner dal festival 2007
Venezia 64, Bilancio di Scanner dal festival 2007


In un festival in cui l’autore è posto in primo piano, il Leone d’oro alla carriera a Tim Burton ha il sapore dolce di una scommessa vinta, in un immaginario cinematografico sempre di più saturo e prevedibile, dando libero sfogo alla fantasia gioiosa degli spettatori in un rimando anche alle pellicole del maestro Bernardo Bertolucci, presente come nume tutelare di questo compleanno speciale dedicato ai 75 anni di questa splendida mostra. Il Concorso ha dato spazio a Takashi Miike, con Sukiyaki western django, in cui mette in scena il combattimento di due gruppi rivali, i clan Taira (Heike) e Minamoto (Genji) durante la sanguinosa guerra Genpei, punto di confine tra l'età classica e il Medioevo giapponese. Pellicola di irriverente gioco ironico, che però non trova una sua dimensione drammatica, rimanendo imbrigliato nella sua prassi citazionista. Cammeo divertente di Tarantino nel ruolo di Ringo, che rievoca quelli interpretati da Clint Eastwood in passato. Deludente En la ciudad de Sylvia di José Luis Guerin, nell’utilizzare il linguaggio cinematografico nella sua forma più pura, attraverso piani sequenza lungi, in una versione intima e ossessiva in cui vive il personaggio alla ricerca della sua amata, che si risolve in una forma estenuante di autorialità esibita. Help me eros, secondo lavoro di Lee Kang sheng, attore feticcio del noto Tsai Ming-liang ( produttore esecutivo e scenografo del film ) racconta di un fallimento esistenziale che si traduce nella solitudine un corpo che si trascina tra incontri d’amore e problemi finanziari .Gli scenari urbani di Lee Kang Sheng si affidano a un’astrazione disperata, che ha il suo ispiratore in Ming-liang, creatore in ombra di questa opera e a sua volta ingombrante presenza nell’espressione artistica manierata risultante nella sua complessità. Il cinema italiano presenta le sue ultime due opere nella gara ufficiale; e se da una parte Il dolce e l’amaro di Andrea Porporati è una spenta riproposizione di un giovane siciliano e nel suo percorso interno a Cosa nostra, nel chiaro intento di riproporre il tema di mafia nelle sue coordinante classica, non desta meraviglia neanche il più titolato Vincenzo Marra con L’ora di punta, che scommette tutto sul protagonista Michele Lastella, totalmente fuori parte e inespressivo fino all’imbarazzo, nel calarsi nella parte di un uomo vuoto nella sua ascesa e caduta verso il potere. Difetti maggiori sono il tratto superficiale di una regia incapace di scartarsi dall’inverosimile, per cadere clamorosamente nel tonfo della mediocrità. A film visionati, possiamo concludere che la selezione italiana è risultata una delle più deludenti di questi ultimi anni; e questo ci preoccupa non poco, per il destino del nostro cinema. Proseguiamo con I'm not There di Todd Haynes, dove si occupa di Bob Dylan con una singolare operazione. Sei personaggi, ognuno dei quali rappresenta un aspetto diverso dell'esistenza e della musica di Dylan. Haynes segue un percorso disgressivo nel mettere in scena la vita privata e gli slanci musicali del noto artista, per costruire una sinfonia avant-pop destrutturata e stimolante nelle sua esplicazione di senso visivo rigenerante. Cate Blanchett nei panni di Dylan, nel suo periodo più fulgido, potrebbe aggiudicarsi la coppa Volpi per l’interpretazione femminile. Johnnie To e Wai Ka Fai tornano in concorso con un dramma d’azione nelle vesti di film a sorpresa. Mad Detective nasce dalla genialità dei fondatori della MilkyWay,di cui cade quest’anno il decennale. In Mad detective, la malattia mentale è rappresentata come punto di vista individuale: chiave di lettura di noi stessi. Lau Ching Wan nelle vesti del detective, ha la possibilità di focalizzare gli impulsi che provengono nella mente di cui osserva, in un film pieno di suspense, trasmettendo una tensione palpabile, degno del miglior cinema di To. Peter Greenaway ci suggestiona, con la storia della vita di Rembrandt e del suo quadro più noto La ronda di notte. Un film dove si racconta il periodo più tragico della vita del grande pittore fiammingo, durante il quale l'artista perse la moglie e i tre figli e dipinse su commissione questa tela che rimane la sua più famosa. Questa volta lo sguardo del regista britannico diventa una lucida sinfonia dolorosa intrisa di una composizione scenica folgorante e non rinchiusa nei ridondanti esercizi del passato, apparsi come moniti della fine del cinema.

Bolso e integralmente sciatto la comparsa di 12 del russo Nikita Mikhalkov in un rimando a La parola ai giurati, con un giurato, in un processo per omicidio, che al momento del verdetto cerca di convincere la giuria che il caso non è così ovvio come appare. Per concludere con il concorso, ecco l’ultima opera del maestro egiziano Youssef Chahine, Le chaos, in un film pieno di passione e musica, ambientato al Cairo nel mostrare le condizioni di un paese in stallo, tra corruzioni e voglia di liberarsi da un sistema opprimente. Raggiante ritorno, pieno di calore di un regista capace di stupire con il senso dello spettacolo nel sangue. Nella settimana della critica curioso l’esordio alla regia di John August, abituale sceneggiatore delle ultime opere di Tim Burton con The nines, sospeso in una dimensione fantastica, coniugata ad una costruzione narrativa inquietante, nel mostrare un gioco di maschere dall’intento ironico, per scoperchiare le paure recondite dell’essere umano. In orizzonti è apparso il nuovo documentario appassionante di Jonathan Demme con Man from plains, è uno sguardo sia pubblico che privato su di un uomo il quale senso plurimo di giustizia lo spinge a inseguire, con le sue forze e speranze la sua visione spirituale, coltivata da una vita, riconciliazione e di pace. Questo uomo ha il nome dell’ex-presidente americano Jimmy Carter. In favoriti della vigilia sono il film La Graine et le mulet, The Valley of Elah e Redacted, ma le sorprese non mancheranno certamente nella serata della premiazione. A conclusione della manifestazione, il nostro consueto punto riassuntivo sulle tematiche, i successi e le sorprese di questa Mostra veneziana.

Voto 8 

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