Venezia 64, Anteprima di Scanner
Venezia 64, 1° reportage di Scanner dal festival 2007
Venezia 64, 2° reportage di Scanner dal festival 2007
Venezia 64, 3° reportage di Scanner dal festival 2007
Venezia 64, Bilancio di Scanner dal festival 2007
In un festival di grande impatto internazionale come quello di Venezia, le sorprese
sono all’ordine del giorno, con un George
Clooney dispensatore di autografi
e di gratitudine al suo pubblico, fino ad incontri inaspettati lungo le strade
della manifestazione, tra Spike Lee,
Emanuele Crialese e altri illustri nomi del cinema. Un divismo che non si trincera solo nella spocchia di un attimo
isolato e adorante, accrescendo lo spettacolo di questi giorni, intrisi di
cinema e stelle. Il concorso internazionale ha visto l’ultima pellicola
da regista del noto sceneggiatore Paul Haggis. In the valley
of Elah, con al centro
un veterano dell’esercito americano, alla ricerca del proprio figlio ritornato
dall’Iraq, che viene ritrovato brutalmente ucciso. Lo sguardo di Haggis, diventa una retorica accusa al meccanismo militare,
come segno indelebile che assoggetta le menti alla violenza, immancabilmente
riflesso su un paese in declino come quello statunitense. La prevedibile messa
in scena di Haggis, riduce il tutto ad un didascalismo letargico, senza nessun
scarto d’inventiva. Les amours d’Astrée
et de Céladon vede il
ritorno del maestro Eric Rohmer
in una ambientazione nella Gallia dei druidi del V
secolo, in una avvolgente storia d’amore, intrisa del verbo bucolico nel
giocare con gli equivoci, in uno spirito sentimentale di semplice magia. It’s a free world… di ken Loach s’immerge nel mondo del lavoro precario, tramite le
agenzie di lavoro temporaneo, gestito da due ragazze anch’esse alle prese, come
gli immigrati, delle pressanti condizioni economiche della vita quotidiana, in
un confronto palese tra sconfitti, il cui unico desiderio è
riscattarsi socialmente. Loach per l’ennesima volta
in versione denuncia sociale, che non aggiunge niente di nuovo al suo cinema,
ripiegato su se stesso da lungo tempo. Sorpresa The assassination of Jesse James by the coward Robert Ford di Andrew Dominik, abile nel
costruire la storia del più famoso bandito della storia Americana, attraverso i
membri della sua banda, in un confronto serrato con il suo ammiratore Bob Ford, in un percorso oscuro nell’iconografia del mito,
vissuta come elemento chiave per aprire un senso di vuoto che parla all’oggi
con chiara intenzionalità. Brad Pitt
aderisce con precisione netta al personaggio di Jesse
James, garantendo una delle migliori interpretazioni di questa mostra. Wes Anderson si presenta invece
al festival con un viaggio in India di tre fratelli alla ricerca della loro
madre. The Darjeeling Limited, definisce
il segno cinematografico del regista americano, riflesso nello spaesamento di questi tre fratelli persi e bisognosi di
ricondurre sentimentalmente la loro vita verso un futuro meno nebuloso, con il
candore comico surreale che lo contraddistingue. Come prologo al film è stato
presentato lo spiritoso Hotel Chevalier, corto
d’ispezione di calzante ironia. The sun also rises
di Jiang Wen, è una
pellicola di suggestioni filosofiche sui temi fondamentali della vita, in una
cornice fiabesca rutilante e indigeribile nel suo spingersi fuori
dai limiti consentiti. La graine et le mulet di Abdellatif Kechiche, è un
racconto su una famiglia di Tunisini immigrati in Francia e si dispiega come
un’avventura esistenziale, in cui la narrazione s’imprime nei volti e nelle
parole dei protagonisti, con una forza espressiva ammagliante. Il protagonista
è un uomo vecchio, e vuole creare qualcosa di grande per recuperare la sua
dignità e riscattare la sua famiglia, grazie alla
realizzazione di un ristorante su una nave: questa sua ostinazione dovrà
scontrarsi con le inclinazioni caratteriali dei suoi familiari. Dramma imponente, risolto con una lunga sequenza in montaggio
parallelo che seduce l’animo nella sua struggente attualità. Film che si candida fortemente al Leone d’oro. Nelle Giornate degli autori, si è potuto vedere il sorprendente La
zona del messicano Rodrigo Plà, in cui alcuni
abitanti agiati vivono in un luogo meraviglioso, le cui alte mura li separano
dai quartieri poveri. Controllati da telecamere e protetti da uno
statuto speciale, a causa di un forte temporale tre persone entrano in questo
sito privilegiato e attuano una rapina che finisce nel sangue e si salva solo
un ragazzino che rimane imprigionato nella zona. Confronto implicito tra ricchi
e poveri in un dramma ben tenuto da una regia accorta e sorprendentemente
matura nel utilizzare i tempi giusti della narrazione.
Nel Fuori concorso, Venezia Maestri, si è visto
l’ultimo Woody Allen, diventando il caso della manifestazione per il veto posto
dal distributore italiano, Filmauro, che ha concesso
solo due proiezioni, una per il pubblico e l’altra per la stampa. Cassandra’s dream è il volto scuro di
Allen, che mette in scena la predestinazione di due fratelli alla
ricerca della realizzazione dei loro sogni, il cui fato destinerà in altra destinazione.
Chabrol
invece in La fille
coupée en deux, con Ludivine Sagnier, si
concentra sull’amore di una giovane donna per uno scrittore famoso e più
anziano di lei, in cui si agita sotto traccia i sentimenti contrastanti di un
mondo servile al denaro e abbietto nei sentimenti più neri, regalandoci un
gioiello di calibrata efficacia. In orizzonti, è stato presentato Cochoci di Guzman e Càrdenas, che danno vita ad un
lieve racconto di formazione di due bambini messicani, senza clamore, ma con il
dono del sapersi districarsi con il linguaggio per immagini in maniera semplice
e diretta. A metà del festival ci attendiamo altri bagliori folgoranti per
scuoterci e semmai annotare altri futuri registi da riconoscere come campionari
del nuovo cinema di domani.
Voto
7 ½