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Venezia 64
2° reportage di Scanner dal festival 2007
Le stelle del cinema
La 64. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica si svolge al Lido di Venezia dal 29 agosto all'8 settembre 2007

 




                     di Matteo Merli


Venezia 64, Anteprima di Scanner
Venezia 64, 1° reportage di Scanner dal festival 2007
Venezia 64, 2° reportage di Scanner dal festival 2007
Venezia 64, 3° reportage di Scanner dal festival 2007
Venezia 64, Bilancio di Scanner dal festival 2007


In un festival di grande impatto internazionale come quello di Venezia, le sorprese sono all’ordine del giorno, con un George Clooney dispensatore di autografi e di gratitudine al suo pubblico, fino ad incontri inaspettati lungo le strade della manifestazione, tra Spike Lee, Emanuele Crialese e altri illustri nomi del cinema. Un divismo che non si trincera solo nella spocchia di un attimo isolato e adorante, accrescendo lo spettacolo di questi giorni, intrisi di cinema e stelle. Il concorso internazionale ha visto l’ultima pellicola da regista del noto sceneggiatore Paul Haggis. In the valley of Elah, con al centro un veterano dell’esercito americano, alla ricerca del proprio figlio ritornato dall’Iraq, che viene ritrovato brutalmente ucciso. Lo sguardo di Haggis, diventa una retorica accusa al meccanismo militare, come segno indelebile che assoggetta le menti alla violenza, immancabilmente riflesso su un paese in declino come quello statunitense. La prevedibile messa in scena di Haggis, riduce il tutto ad un didascalismo letargico, senza nessun scarto d’inventiva. Les amours d’Astrée et de Céladon vede il ritorno del maestro Eric Rohmer in una ambientazione nella Gallia dei druidi del V secolo, in una avvolgente storia d’amore, intrisa del verbo bucolico nel giocare con gli equivoci, in uno spirito sentimentale di semplice magia. It’s a free world… di ken Loach s’immerge nel mondo del lavoro precario, tramite le agenzie di lavoro temporaneo, gestito da due ragazze anch’esse alle prese, come gli immigrati, delle pressanti condizioni economiche della vita quotidiana, in un confronto palese tra sconfitti, il cui unico desiderio è riscattarsi socialmente. Loach per l’ennesima volta in versione denuncia sociale, che non aggiunge niente di nuovo al suo cinema, ripiegato su se stesso da lungo tempo. Sorpresa The assassination of Jesse James by the coward Robert Ford di Andrew Dominik, abile nel costruire la storia del più famoso bandito della storia Americana, attraverso i membri della sua banda, in un confronto serrato con il suo ammiratore Bob Ford, in un percorso oscuro nell’iconografia del mito, vissuta come elemento chiave per aprire un senso di vuoto che parla all’oggi con chiara intenzionalità. Brad Pitt aderisce con precisione netta al personaggio di Jesse James, garantendo una delle migliori interpretazioni di questa mostra. Wes Anderson si presenta invece al festival con un viaggio in India di tre fratelli alla ricerca della loro madre. The Darjeeling Limited, definisce il segno cinematografico del regista americano, riflesso nello spaesamento di questi tre fratelli persi e bisognosi di ricondurre sentimentalmente la loro vita verso un futuro meno nebuloso, con il candore comico surreale che lo contraddistingue. Come prologo al film è stato presentato lo spiritoso Hotel Chevalier, corto d’ispezione di calzante ironia. The sun also rises di Jiang Wen, è una pellicola di suggestioni filosofiche sui temi fondamentali della vita, in una cornice fiabesca rutilante e indigeribile nel suo spingersi fuori dai limiti consentiti. La graine et le mulet di Abdellatif Kechiche, è un racconto su una famiglia di Tunisini immigrati in Francia e si dispiega come un’avventura esistenziale, in cui la narrazione s’imprime nei volti e nelle parole dei protagonisti, con una forza espressiva ammagliante. Il protagonista è un uomo vecchio, e vuole creare qualcosa di grande per recuperare la sua dignità e riscattare la sua famiglia, grazie alla realizzazione di un ristorante su una nave: questa sua ostinazione dovrà scontrarsi con le inclinazioni caratteriali dei suoi familiari. Dramma imponente, risolto con una lunga sequenza in montaggio parallelo che seduce l’animo nella sua struggente attualità. Film che si candida fortemente al Leone d’oro. Nelle Giornate degli autori, si è potuto vedere il sorprendente La zona del messicano Rodrigo Plà, in cui alcuni abitanti agiati vivono in un luogo meraviglioso, le cui alte mura li separano dai quartieri poveri. Controllati da telecamere e protetti da uno statuto speciale, a causa di un forte temporale tre persone entrano in questo sito privilegiato e attuano una rapina che finisce nel sangue e si salva solo un ragazzino che rimane imprigionato nella zona. Confronto implicito tra ricchi e poveri in un dramma ben tenuto da una regia accorta e sorprendentemente matura nel utilizzare i tempi giusti della narrazione. Nel Fuori concorso, Venezia Maestri, si è visto l’ultimo Woody Allen, diventando il caso della manifestazione per il veto posto dal distributore italiano, Filmauro, che ha concesso solo due proiezioni, una per il pubblico e l’altra per la stampa. Cassandra’s dream è il volto scuro di Allen, che mette in scena la predestinazione di due fratelli alla ricerca della realizzazione dei loro sogni, il cui fato destinerà in altra destinazione. Chabrol invece in La fille coupée en deux, con Ludivine Sagnier, si concentra sull’amore di una giovane donna per uno scrittore famoso e più anziano di lei, in cui si agita sotto traccia i sentimenti contrastanti di un mondo servile al denaro e abbietto nei sentimenti più neri, regalandoci un gioiello di calibrata efficacia. In orizzonti, è stato presentato Cochoci di Guzman e Càrdenas, che danno vita ad un lieve racconto di formazione di due bambini messicani, senza clamore, ma con il dono del sapersi districarsi con il linguaggio per immagini in maniera semplice e diretta. A metà del festival ci attendiamo altri bagliori folgoranti per scuoterci e semmai annotare altri futuri registi da riconoscere come campionari del nuovo cinema di domani.

Voto 7 ½ 

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