Il Torino Film Festival trova la sua consueta grinta nel proporre un cartellone di tutto rispetto, puntando su opere fresche e coraggiose, dando visibilità ad autori promettenti. Gianni Amelio, al suo ultimo mandato come direttore della kermesse torinese, sottolinea lo spessore internazionale delle scelte cinematografiche, che non sono solo
rivolte al cinema di nicchia, ma trova collocazione anche il cinema di genere.
Torino rimane una città rivolta al cinema, dove il pubblico di casa è molto partecipe e competente e soprattutto è un luogo accogliente anche per gli accreditati che vengono da fuori. Le proposte sono molteplici, con l’apertura
del festival affidata a Quartet, esordio alla regia dell’attore Dustin
Hoffman, che racconta di una casa di riposo per cantanti lirici e musicisti immersa nella campagna inglese, dove la musica diventa lo stimolo per gioire della vita . Altre curiosità provenienti dalla sezione Festa Mobile, sono 28 Hotel rooms di Matt Ross e Anna Karenina firmato da Joe Wright. La competizione principale, vede la rappresentanza italiana composta da tre pellicole: Noi non siamo come James Bond di Mario Balsamo, Smette di fumare fumando del
disegnatore Gipi e Su Re di Giovanni Columbu; attenzione anche a Arthur Newman di Dante Ariola, Pavilion di Tim Sutton, The first aggregate di Emyr ap Richard e Darhad Erdenibulag. Mentre nella sezione Rapporto Confidenziale, spazio alla tematica Ossessione & Possessione, dove il genere la fa da padrone, tra thriller e commedia, con il claustrofobico Chained di Jennifer Lynch, Compliance di Craig Zobel, Fin di Jorge Torregrossa e Maniac di Franck Khalfoun remake del celeberrimo e omonimo gore anni 80 di William Lustig (qui anche co-produttore). Invece nello spazio Figli e Amanti, diverse coppie formate da un regista e attore che hanno lavorato insieme commentano un film che li ha particolarmente uniti. Francesca
Comencini e Filippo Scicchitano hanno scelto Il
mucchio selvaggio, Giuseppe Piccioni e Margherita Buy hanno optato per Gloria di Cassavetes, Pappi Corsicato e Alessandro Preziosi Lettera da una sconosciuta di Max Ophuls, Daniele Vicari e Michele Riondino ci parleranno de La rabbia giovane di Malick e infine Marco Tullio Giordana sarà accompagnato da
Pierfrancesco Favino nella discussione su Il
bell'Antonio. Quest’anno la retrospettiva curata con la dovuta perizia da Emanuela Martini, sarà dedicata ad un grande autore spesso dimenticato, Joseph Losey, e saranno presentati i trentasette lungometraggi e cortometraggi da lui diretti corredata anche da un volume di saggi e testimonianze edito dal Castoro. Poi grande visibilità per i documentari e cortometraggi italiani, e soprattutto la grande ricerca che accompagnala sezione Onde, con un sentito omaggio al regista portoghese Miguel Gomes, e con la presenza di tante opere innovative o dal carattere espressivo forte.
Un festival forte della propria identità, che si proclama luogo privilegiato
per il cinema indipendente e che dopo quattro anni di buona conduzione Amelio, lascia il timone a Gabriele Salvatores, felicissimo di contribuire alla crescita di questo piccolo grande festival, che ogni anno diventa sempre più prezioso e imperdibile
Voto
9
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