Marco Muller arriva al timone del festival
capitolino e dopo le polemiche politiche e di guerra tra le più titolate manifestazioni cinematografiche di casa nostra, siamo arrivati all’annuncio del cartellone ufficiale, con ovvie novità. Muller non si nasconde e plasma il
programma sull’incrocio tra cinema d’autore e di genere, e amplificando il senso della contaminazione. Il nuove direttore del festival, anche con un lavoro svolto frettolosamente in quattro mesi e mezzo ( causa ritardi sul suo
insediamento ufficiale ), riesce dare spazio alla sua vocazione ibrida, come nuova fucina di linguaggi cinematografici in divenire, tra intrattenimento e sperimentazione. Nel
concorso ufficiale si rivede Roman
Coppola, con A glimpse inside the mind of Charlie Swan III che vanta nel cast i fedelissimi Bill Murray e Jason Schwartzman; il veterano Larry Clarke che con Marfa Girl torna ai dilemmi morali adolescenziali in una sperduta cittadina del Texas. Dalla Francia arriva il terzo lungometraggio della Donzelli, poi Un enfant de toi di Jaques Doillon, Skolimowski con Ixjana e poi due registi russi noti: Kira Muratova con Vecnoe Vozvrascenie e Alexey Fedorchenko con Nebesnye zeni lugovykh mari. L’Italia è in gara con Il volto di un’altra di Corsicato, E la chiamano estate di Paolo Franchi e Alì ha gli
occhi azzurri di Claudio Giovannesi. Attenti anche al ritorno di Miike con con
Lesson of Evil, storia di un insegnante psicopatico nell’odierno Giappone.
Fuori concorso, zeppo di titoli appetibili, si potrà vedere Bullet in the Head di Walter Hill con Stallone in veste d’attore, il polar francese a firma di Michele Placido, Le Guetteur, solo per citarne
alcuni. Invece nella neonata sezione Cinemaxxi, ampio sguardo sulla visionarietà sperimentale, con la presenza di nomi importanti, Greenaway e
Verhoeven alle prese con piccole opere audaci, il film a episodi Invisible World e Centro Historico, che vede dietro alla macchina da presa nomi d’autori noti a molti e poi il gradito ritorno di Amos Poe, ne fanno una sezione vivace
e senza vincoli narrativi. Prospettive Italia, da spazio alle nuove tendenze del nostro cinema di casa, dove saranno presenti opere prime e seconde in anteprima mondiale, e tra questi c’è l’esordio alla regia dello scrittore Carlo Lucarelli e l’opera
seconda della promettente Susanna Nicchiarelli.
Ampio spazio al documentario e al cortometraggio, che rappresenterà una vetrina importante per i nostri registi emergenti. Muller dona vita nuova ad un festival che nelle passate edizioni non ha mai saputo trovate un percorso chiaro e allettante di offerte. L’onnivora passione del nuovo direttore, si nota nelle sue consuete scelte: retaggio delle stagioni veneziane, ma la fretta ha sicuramente forzato alcune scelte. La scommessa di questo rinnovato festival
è trovare una nuova collocazione sul palinsesto internazionale, coniugando da un lato la sperimentazione e dall’altro lo spirito emergente dei registi indipendenti. Trovare spazio di crescita mediatica nel periodo di novembre, a
ridosso di molteplici eventi festivalieri mondiali, non aiutano di certo la
manifestazione romana, ostinata nel vincolarsi a quel periodo e soprattutto trovare la forza attrattiva per convogliare opere nuove e accattivanti, da sottrarre a Torino e Venezia, non sarà impresa facile anche per un esperto navigatore come Marco Muller. La sfida è iniziata e vedremo chi vincerà.
Voto
7 +
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