Film Middle East Now
Il Medio Oriente su grande schermo
Cinema, documentari, arti visive, eventi culinari e incontri. Il festival guarda al Nord Africa, con il Marocco come paese ospite, focus su Afghanistan, Israele / Palestina, e l’attualità da Siria e Iran. Fra gli ospiti Rana Salam, designer libanese e regina della pop culture mediorientale. La mostra di Hassan Hajjaj, artista marocchino considerato l'Andy Warhol del mondo arabo
Quarta edizione del festival, dal 3 all’8 aprile 2013, a Firenze
|
|
44 titoli, di cui 37 anteprime nazionali (in totale 16 i cortometraggi), 25 ospiti, tra
registi, attori, produttori, artisti e ospiti internazionali, sono questi i
numeri del Middle East Now, il
festival internazionale di cinema, documentari, arte contemporanea, incontri ed
eventi, ideato e organizzato dall’associazione culturale Map of Creation, che
si svolgerà tra cinema Odeon, Auditorium Stensen e altre location fiorentine. Il
Medio Oriente torna protagonista a Firenze dal 3 all’8 aprile 2013 con la
quarta edizione di Middle East Now, il festival internazionale di cinema, documentari, arte contemporanea, incontri ed eventi. Il festival propone un viaggio per tappe che tocca i Paesi più "caldi" dell’area Mediorientale:le storie, i personaggi, i temi forti e l’attualità nelle produzioni più recenti da Iran, Iraq, Kurdistan, Libano, Israele, Palestina, Egitto, Giordania, Emirati Arabi, Afghanistan, Siria, Bahrein, Algeria e Marocco, per far conoscere la cultura e la società di questi paesi. I film in programma sono titoli premiati ai migliori festival internazionali, di autori emergenti e cineasti affermati, che difficilmente trovano una distribuzione nel circuito cinematografico italiano.
Per la prima volta Middle East Now assegnerà il premio del pubblico al miglior film - il Middle East Now Award -
scelto tra i 22 titoli in concorso, tra documentari e film di fiction.
Inaugura il festival Zaytoun, del regista israeliano del Giardino di Limoni, Eran Riklis (in anteprima
nazionale).
La graphic designer libanese Rana Salam, tra le
più celebrate di tutta la scena mediorientale, sarà sotto i riflettori a questa
edizione del festival. Dopo essersi formata a Londra, Rana è stata tra le prime
a riscoprire e rilanciare un immaginario pop della cultura araba più recente,
mescolando l’estetica dei poster dei film egiziani più popolari alle colorate
confezioni dei chewing gum libanesi, i Chicklet, e ispirandosi a figure mitiche
della cultura popolare come la cantante Oum Kalthoum. A Firenze,
in occasione del festival, è protagonista di un pop up shop in cui vengono
presentati gli oggetti firmati Rana Salam (inaugurazione sabato 6 aprile – fino
al 27 aprile 2013), una sua installazione va in scena al Cinema Odeon, e tiene
anche una lecture al Centro di Cultura Contemporanea Strozzina (giovedì 4
aprile, ore 18.30), in occasione della mostra “Un’Idea di Bellezza”, su come ha
trasformato l’estetica popolare araba in grafiche ed oggetti chic.
Middle East Now presenta anche la prima mostra personale in Italia di Hassan Hajjaj, uno dei più quotati
artisti marocchini del momento. Alla Aria
Art Gallery (Borgo SS. Apostoli 40) l’artista, considerato l'Andy Warhol del mondo
arabo, presenterà il
nuovo progetto VogueArabe (opening 5
aprile - fino al 5 maggio 2013) che rilegge a suo modo – provocatorio,
ironico ma al tempo stesso profondo - il magazine Vogue.
Quest’anno il programma è arricchito dalla presenza della cinematografia del Nord Africa,
uno degli scenari maggiormente in evoluzione negli ultimi mesi: in particolare
sotto i riflettori ci sarà il Marocco, con film, documentari e progetti
artistici. Dal Marocco saranno presentate tre pellicole: Death For Sale di Faouzi
Bensaïdi, un thriller ambientato a Tetouan nel nord del paese candidato agli
Oscar 2013 come miglior film straniero. In anteprima italiana anche il documentario
Casablanca Mon Amour di John Slattery, moderno road movie che racconta la
Hollywood di ieri e il Marocco di oggi. Anteprima assoluta di In the Name of
the Brother di Youssuf Ait Mansour, documentario che racconta la vita semplice
e austera in una madrasa – una scuola coranica - sulle montagne intorno a
Marrakesh.
Novità di questa edizione il focus sull'Afghanistan, consei film in programma tra
lunghi e cortometraggi. Tra i titoli di punta si segnalano My Afghanistan. Life
in the Forbidden Zone del regista Nagieb Khaja, sarà inoltre presentato in
esclusiva anche il progetto video Kabul at Work del reporter inglese David Gill
e The Boxing girl of Kabul di Ariel
Nasr, sul sogno di un gruppo di ragazze afghane di dare al proprio Paese la
prima medaglia olimpica nel pugilato femminile.
Arriva dall'Afghanistan anche il film di chiusura, l’anteprima nazionale di An Afghan Love Story di Barmak
Akram, uno dei più acclamati registi afgani dell’ultima generazione. Il film
racconta la storia d'amore clandestina tra i giovani Wajma e Mustafa e apre uno
spaccato sulla drammatica complessità dei legami sentimentali e sul ruolo delle
donne nella società afgana.
Nel programma dedicato a Israele e Palestina, otto i titoli: tra questi il
documentario Soldier on the Roof di Esther
Hertog, ironico spaccato sulla quotidianità della piccola enclave ebrea di
Hebron, in cui vivono 800 coloni israeliani e 120.000 palestinesi.
Grande attenzione anche sulla Siria, con una selezione di quattro titoli. Anche dal
Libano quattro titoli, tra cui il fresco vincitore del premio Cinema For Peace all'ultimo
festival di Berlino, A World Not Ours del regista di origini palestinesi Mahdi
Fleifel, sulle estati passate a seguire i mondiali di calcio nel campo profughi
di Ain el-Helweh, nel Sud del Libano. Sempre dal Libano anche Jasad the Queen
of Contradictions di Amanda Homsi-Ottons, ritratto della controversa
giornalista e poetessa libanese Joumana Haddad, fondatrice della prima rivista
erotica del mondo arabo, che sarà a Firenze per la proiezione e per presentare
il suo ultimo libro “Superman è Arabo” (Mondadori Editore), lunedì 8 aprile
(ore 18.45), introdotto dal giornalista Gad
Lerner.
Dall'iran arrivano quattro lungometraggi, tra i titoli di maggior successo internazionale
dell’ultima stagione, e un’ampia selezione di cortometraggi di giovani talenti
emergenti. Una novità
sono anche i due titoli a tema “Culinary Cinema”: per la Serata Speciale Hummus,
giovedì 4 aprile (a partire dalle 19.45), in cui è protagonista il celebre
piatto mediorientale a base di ceci, verrà presentato in anteprima italiana Make
Hummus Not War del regista australiano Trevor Graham, ironico e intelligente
documentario sulla "guerra dell'hummus” tra libanesi, palestinesi e israeliani,
ognuno dei quali rivendica la paternità e l’invenzione della famosa crema di
ceci; e sempre a tema cibo il cortometraggio Maqloubeh del palestinese Nicolas
Damuni, in cui un gruppo di studenti sono alle prese con la preparazione del maqloubeh, il famoso piatto
regionale palestinese, e con un ospite inatteso…
Dall'Italia per la prima volta al festival, una selezione di documentari di giovani registi
emergenti, nella nuova sezione Uno sguardo sul Medioriente (domenica 7 aprile
al Cinema Stensen), tra i quali Just Play di Dimitri Chimenti, sull’incredibile
esperienza di un’associazione culturale che da oltre 10 anni organizza corsi
musicali per bambini nei campi profughi palestinesi, dal Libano fino alla
Striscia di Gaza. In programma anche un'ampia selezione di pluripremiati cortometraggi di giovani filmmaker
emergenti del Middle East. Middle East
Now presenta in questa edizione anche un focus su Greenhouse, l’istituzione
cinematografica basata in Israele che realizza uno dei più innovativi programmi
di workshop e formazione dedicati ai giovani registi del Mediterraneo e del
Medio Oriente.
Voto
8
|
|
|