Berlino si appresta ad ospitare il primo grande festival dell’anno, anche se il freddo polare del periodo non aiuta. Quest’anno sembra un’edizione altamente competitiva e vede tra gli ospiti l’atteso Malick di Knight of Cups, con Christian Bale, Cate Blanchett e Natalie Portman, Queen of the Desert di Werner Herzog, storia di Gertrude Bell, scrittrice e spia al centro degli avvenimenti degli anni ’20, con un altro grande cast: Nicole Kidman, James Franco, Robert Pattinson.
Una retrospettiva ripercorre la filmografia di
Wim Wenders, che riceverà l'Orso d'oro alla carriera e presenterà il nuovo film Every thing will be fine, con Charlotte Gainsbourg, Rachel McAdams e James Franco. Torna a Berlino anche il semiclandestino Jafar Panahi con Taxi, che, scommettiamo, lascerà un segno indelebile. Inoltre non
scordiamoci di Pablo Larraín, che arriva in
concorso con El club, e a seguire: Alexey German Jr., che, sette anni dopo Paper Soldier, torna con Under Electric Clouds, film in sette episodi sulla Russia contemporanea, Jiang Wen,
regista e interprete di Gone With the Bullets, ambientato nella Shanghai degli anni ’20. Non poteva mancare Peter Greenaway, con Eisenstein in Guanajuato, ispirato alle vicende del maestro sovietico alle prese con Que viva México. L’Italia avrà come unico film in competizione Vergine giurata, con Alba Rohrwacher. Si tratta del primo lungometraggio di Laura Bispuri, regista che si è fatta conoscere con i corti Passing Time e Biondina.
Altri film in concorso: Benoit Jacquot (Journal d’une femme de chambre), l’inglese Andrew Haigh (45 Years), Aferim! del rumeno Radu Jude, Andreas Dresen (As We Were Dreaming), Małgorzata Szumowska (Body), Patricio Guzmán (The Pearl Button), Phan
Dang Di (Big Father, Small Father and Other Stories), Oliver Hirschbiegel (Elser), Jayro Bustamante (Ixcanul), Sabu (Chasuke’s Journey), Sebastian Schipper (Victoria). Fuori concorso, si potrà vedere Cinderella,
ennesima versione della favola dei fratelli Grimm, reinterpretata da Kenneth Branagh. Nella vitale sezione Panorama, appaiono Hal Hartley con Ned Rifle, il taiwanese Chang Tso-chi con Thanatos, Drunk, e Jan Soldat, che prosegue la sua esplorazione del feticismo con Prison System 4614. Forum punta invece su Guy Maddin che, con Evan Johnson, firma The Forbidden Room, passando per Joaquim Pinto e Nuno Leonel che presentano Rabo de Peixe e infine su Antoine Barraud con Le dos rouge. In Forum, sarà presente un altro titolo italiano, Il gesto delle mani, dell’esordiente Francesco Clerici, documentario che si concentra sulla storia e il lavoro della Fonderia Artistica Battaglia di Battaglia. Ermanno Olmi invece presenterà Torneranno i prati nella vetrina Berlinale Special. La Berlinale è un festival ben organizzato, capace di accogliere a dovere numerosi cinefili e addetti ai lavori, capace di
mostrare un certo dinamismo nelle scelte cinematografiche grazie ad un vasto carnet di proposte allettanti.
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