Ci sono uomini che portano in sé la magia dell'arte e del vivere. Sono persone a contatto con il mondo divino per cui il fare è sinonimo di creazione. La loro metà umana li condanna - e li addolcisce - agli accidenti terrestri, ma la loro essenza sacra fa sì che le loro azioni, la loro arte, profumino di verità occulta.
Victor Hügo, scrittore per antonomasia e pittore meraviglioso misconosciuto dal grande pubblico, fu membro di questo sparuto gruppo di eletti, i cui gesti, qualsiasi sia la disciplina trattata, si trasformano come per magia in arte, poesia creativa che attinge la propria materia dall'Universo Perfetto.
Sommerso - forse soggiogato - dalle migliaia di pagine di romanzi, poemi e scritti politici prodotti dalla sua mano felice, Hügo dipinse più di 4.000 disegni che mai considerò degni d'attenzione.
Con l'esposizione Du chaos dans le pinceau alla 'Maison de Victor Hügo' di Parigi, la pittura del grande scrittore (1802/1885) riceve finalmente l'attenzione che merita e prende posto nella storia dell'arte tra le istanze-pioniere della modernità di fine Ottocento e di certe tendenze dada-surrealiste.
La materia prediletta da Hügo è l'inchiostro (Château fortifié au bord d'un fleuve, n. 31, Ville ehénane, n. 35), ma le tecniche utilizzate non si limitano alla stesura della china su carta: i suoi disegni nascono attraverso impronte, pochoirs, collages di materiali diversi sovrapposti alle macchie d'inchiostro scuro su fogli recuperati (biglietti d'invito a concerti, carte da visita, ecc.). Hügo fa uso di pizzi e carte assorbenti per creare forme fantastiche, ritaglia figure e incolla il 'negativo' nel senso inverso dando vita a figure immaginarie, a metà tra il figurativo e l'astratto. Prende spunto dalle impronte dei merletti imbevute d'inchiostro per dipingere piccoli microcosmi abitati da funghi giganteschi e borghi incantati, velieri in tempesta e rovine dai portali segreti (Champignon n. 42, Papeir découpé en forme de volier n. 85, Silhouette d'un château à trois tours n. 73 o Marine Terrace n. 69). Ovunque le iniziali 'V. H.' siglano l'onnipresenza dell'autore che partecipa a quest'universo fantastico prestandosi a sedute spiritiche (tutta una serie di disegni si sviluppa a partire dalle esperienze a Jersey del contatto con l'aldilà, come la Chevauchée fantasque n. 156). E ricordano, inoltre, il legame semiologico con la letteratura, primo e vero amore di Hügo, anticipando la poesia dei segni di Mallarmé (curiosa la coincidenza della serie dei sassi la cui iscrizione racchiude l'essenza del gesto creativo, Galet n. 9a e Galet n. 10 e i tre Galets peints n. 11 di Victor Brauner).
Come potevano i surrealisti - e Breton in particolare -, non fare riferimento a Hügo pittore?
Amante dell'oggetto trovato e dell'assemblaggio ante litteram alla Kurt Schwitters, Hügo passeggia per mercatini a raccogliere brandelli di tessuti, porcellane inesorabilmente scheggiate e carte invecchiate dal tempo. La sua debordante immaginazione gli permette di ri-inventare nuovi oggetti e creare ambienti eterogenei e assolutamente originali (come il Salone cinese pensato per l'amante Juliette Drouet e dal 1903 passato alla Maison Victor Hügo in Place de Vosges).
L'esposizione termina con la sezione delle 'macchie'(come le Taches-planètes n. 235 o Falaises n. 237 e Taches-Voilures n. 238), i disegni più astratti degli anni '50 privi di ogni pastoia forzatamente figurativa. Benché i titoli - postumi - indirizzino lo spettatore verso l'interpretazione di forme reali, l'immaginazione che nasce dall'impasto d'inchiostri e matite ha davvero le briglie sciolte e vola lontano - o vicino - verso mondi senza nome, magici e incantati.
La magia di Hügo
Victor Hügo, Du chaos dans le pinceau, 12 ottobre 2000-7 gennaio 2001, dalle 10 alle 17.40, chiuso il lunedì Maison de Victor Hügo - 6, Place de Vosges, 75004 Paris - tel. 0033/1/42721016. Biglietto 20-30 F., domenica dalle 10-13 gratuito
Catalogo, Parigi, Réunion des Musées Nationaux, 2000
Voto
8